Medici specializzandi e studenti delle Facoltà di Medicina sono in partenza per la prima missione in Mozambico dell’Università di Pisa nell’ambito del programma DREAM (Drug Resource Enhacement against AIDS and Malnutrition). La missione è stata presentata mercoledì 12 gennaio nella Sala dei Mappamondi del Palazzo alla Giornata dal rettore Marco Pasquali, insieme a Generoso Bevilacqua, docente della Facoltà di Medicina nonché ispiratore del progetto, Massimo Magnano, medico della Comunità di Sant’Egidio, Brunello Ghelarducci, presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e Claudia Baldo, studentessa di Scienze Infermieristiche in rappresentanza degli studenti che partiranno volontari.
30 dei 40 milioni di donne e uomini già colpiti dal virus Hiv/Aids vivono oggi, infatti, nell’Africa sub-sahariana. 20 milioni di morti dal 1981, quando per la prima volta si diagnosticò la sindrome da Hiv; nel 2003 i morti a causa dell’Aids sono stati calcolati tra i 2,2 e 2,4 milioni di persone (in Europa, nello stesso anno, sono stati tra i 2.600 e i 3.400). Eppure l’Aids si può fermare. In Africa il programma ‘DREAM’ portato avanti dalla Comunità di Sant’Egidio a partire dal Mozambico ma anche in Malawi, Tanzania e Guinea Bissau – e sarà presto esteso anche ad altri Paesi dell’Africa sub-sahariana come Kenia, Nigeria, Guinea Conakry – ha raggiunto risultati considerati impossibili, mostrando come sia possibile porre un argine alla malattia e alla sua diffusione, curando quanti sono già colpiti. In Mozambico, ad esempio, il 97% dei bambini nati da madre sieropositiva ma sottoposta al trattamento, sono nati sani, e ad oggi sono già più di 1000. Su dieci malati di Aids che iniziano la terapia, nove riprendono a vivere e lavorare grazie alla cosiddetta “triterapia” del programma, al quale prende parte anche l’Ateneo pisano.
Il 14 gennaio prossimo, dunque, tre medici specializzandi e due studenti del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, tutti afferenti alla Facoltà di Medicina, partiranno per il Mozambico, dove si fermeranno tre mesi per svolgere attività