HomeDREAMIl Corriere di Rieti (Italia) – Dream, il sogno di un mondo libero dall’Aids sbarca in città
15
Ott
2006
15 - Ott - 2006



da: Il Corriere di Rieti del 12/10/2006

La presentazione al chiostro di Sant’Agostino

RIETI – E’ stata la presentazione semplice di un sogno grande: quello di un’Africa senza Aids. Questo è stato il tema della conferenza della comunità di Sant’Egidio tenutasi nei giorni scorsi presso il chiostro di Sant’Agostino, a piazza Mazzini. Il progetto Dream, questo il nome dell’iniziativa, è figlia del desiderio di porsi con un atteggiamento differente nei confronti di questa epidemia,che nel duemila contava più di 36 milioni di persone infette. "La comunità di Sant’Egidio – ha detto Francesco De Palma animatore dell’ iniziativa – ha portato in Africa gli standard delle cure occidentali, contraddicendo, in un certo senso, quanto diceva l’Organizzazione mondiale della sanità".
L’Oms, infatti, sosteneva che che l’unica strada percorribile fosse quella della prevenzione. "Il programma Dream, invece, unisce prevenzione e terapia, ispirandosi ai criteri di eccellenza delle cure, accessibilità e gratuità, e con la consapevolezza che sia necessario salvare oltre che preservare", continua De Palma. Dream opera in Mozambico, Malawi, Tanzania, Guinea, Kenya, Repubblica democratica del Congo. " Ovunque abbiamo creato laboratori di biologia molecolare, di controllo di donazione di sangue, di cura e prevenzione delle malattie correlate all’Aids, tramite cure in ambulatorio e di assistenza domiciliare. Ma la cosa più bella e importante è stata vedere la risposta della popolazione, che dopo le cure ricevute si è attivata nell’opera di convinzione dei ‘fratelli’ malati restii a ricevere le cure. Molte sono state – continua De Palma – le persone che si sono prodigate nell’attività di prima assistenza dei malati, la più delicata del programma.
"Lo scopo della conferenza di Rieti – sentenziano a voce unanime De Palma e Fabiola Martini (reatina, responsabile della comunicazione della comunità) – è quella di sensibilizzare il popolo reatino in questa avventura, lasciando da parte quel pregiudizio di che pende come una spada di Damocle sulla testa di questa popolazione, ingiustamente considerata ‘apatica" "E’ in programma – continua la Martini – l’apertura di una scuola per la pace, un dopo scuola per bambini di tutte le nazionalità volto a favorire l’integrazione dei piccoli stranieri". Considerato il discreto numero di partecipanti e le non poche donazioni ricevute durante la conferenza sembra proprio che i reatini abbiano risposto all’appello.

Armando M. Patacchiola

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