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27
Apr
2007
27 - Apr - 2007



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L’Angola conta all’incirca 14 milioni di abitanti. Dopo la fine della sanguinosa guerra civile che si è prolungata dall’indipendenza (1975) al 2002, il paese conosce oggi un certo sviluppo economico, grazie all’esportazione delle materie prime di cui è ricco il suo sottosuolo. La produzione di petrolio, in particolare, è in continua crescita, e ciò potrebbe in breve tempo portare l’Angola a diventare il primo produttore africano di greggio.

  Il fatto che l’Angola sia uno dei paesi potenzialmente più ricchi del continente africano non impedisce che il 90% della sua popolazione viva in condizioni di estrema povertà. L’aspettativa di vita è di 41 anni per gli uomini e 40 per le donne, la mortalità infantile è del 145 per mille, l’analfabetismo è molto elevato, soprattutto tra le donne e nelle aree rurali. Il paese figura al 160° posto (su 177) nel rapporto sullo sviluppo umano pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2005.  
Quasi trenta anni di guerra civile hanno messo fuori uso le infrastrutture industriali, la rete stradale e ferroviaria, hanno gravemente penalizzato l’agricoltura ed il patrimonio zootecnico.
Anche perché vaste aree del territorio sono state cosparse di mine. E’ stato calcolato che sul suolo angolano siano presenti 12 milioni di mine – praticamente una per ogni abitante – e che 80000 persone siano rimaste sinora ferite o mutilate da esse. Nonostante l’opera di sminamento continui, molte aree rurali risultano ancora infestate dagli ordigni esplosivi.
  Le difficili condizioni di vita nelle campagne hanno portato molte persone a trasferirsi nelle città. La capitale angolana, Luanda, negli ultimi dieci anni ha raddoppiato la propria popolazione, senza però aver sviluppato le infrastrutture necessarie a questa crescita. Luanda riassume in effetti le contraddizioni di questo paese in cui la ricchezza del petrolio e dei diamanti dà luogo ad uno sviluppo distorto.
In città si notano gli enormi cantieri per i nuovi grattacieli (che diventeranno uffici per le compagnie petrolifere e per le banche), ma si nota anche l’assoluta mancanza di servizi di base. Il 70% dei residenti non ha accesso all’elettricità o all’acqua potabile (si vede gente che beve dalle pozze d’acqua per terra).
Le strade sono piene di fuoristrada e motorini (la benzina ovviamente costa poco) ed il traffico paralizza letteralmente la città. Quando piove quelle stesse strade sono spesso allagate a causa della mancanza di condotte di raccolta e di scarico delle acque piovane.