HomeDREAMAngola – Il programma DREAM si avvia a crescere nel paese
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Mag
2010
21 - Mag - 2010



Nel mese di marzo una missione DREAM si è recata in Angola, in visita al centro di Cubal, attivo dal 2006 e gestito dalle suore Teresiane del Bambin Gesù.
A Cubal l’attività di prevenzione e di cura dell’AIDS prosegue con successo. I pazienti sono seguiti con premura ed attenzione, grazie all’impegno del personale medico ed al prezioso contributo dei malati stessi.

E’ cresciuta l’assistenza domiciliare e, malgrado la paura e lo stigma siano ancora molto diffusi, si coglie una maggiore fiducia nelle possibilità offerte contro l’AIDS dalla terapia, come denota l’aumento del numero di coloro che da tutto il circondario si rivolgono all’ospedale di Cubal per sottoporsi al test per l’HIV.

Inoltre, negli ultimi tempi alcune congregazioni religiose femminili, hanno manifestato interesse a poter replicare il modello DREAM, sia a Luanda che nel nord del paese.

In particolare cresce l’interesse ad applicare lo stesso protocollo utilizzato da DREAM, per la prevenzione della trasmissione dell’HIV da madre a bambino.

Un aspetto particolarmente prezioso quest’ultimo per DREAM che, dopo aver superato la soglia dei 10000 bambini nati sani all’interno del Programma, sogna di assicurare in maniera ancora più marcata, a tutta una generazione di piccoli africani, la possibilità di nascere senza AIDS.

La percentuale di sieropositività in Angola, non è molto alta. Si stima del 4%, dunque intervenire ora sarebbe estremamente importante per arrestare il progresso della pandemia e far nascere una generazione di bambini sana, senza AIDS.

L’Angola sta cambiando in modo molto rapido. I grandi grattacieli di Luanda, l’esplosione del parco automobili, le strade nuove fiammanti che conducono all’interno, sono tutti elementi e simboli di una nuova sfida, quella della gestione di incredibili risorse.

L’Africa non è la stessa di prima. Ma come crescere? In che modo orientare lo sviluppo? Accanto ai grattacieli convivono grandi cumuli di spazzatura e un colera sempre endemico. Colpiscono le terribili condizioni di vita all’interno di quel mondo di baracche che costituisce tanta parte della realtà di Luanda. A tratti il paesaggio urbano è di grande povertà e confusione.

Ecco, offrire a questa nuova Africa il modello di una presenza sensibile, attenta al pieno rispetto del valore della vita umana, della salute dei cittadini, come bene primario superiore a tutti gli altri, fa parte di quella sfida che DREAM sente da anni. Partire dai malati, e dagli ultimi dei malati, per restituire umanità ad interi contesti sanitari e, attraverso questi, a tutta una società.

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