HomeDREAML’Unità (Italia) – Aids, in Africa strage degli innocenti: 480mila bambini morti nel 2005
19
Mag
2006
19 - Mag - 2006



La comunità di Sant’Egidio rilancia il progetto Dream per bloccare l’epidemia e favorire l’accesso alle cure. Livia Turco: è la strada giusta

di Toni Fontana
ROMA. Di loro ci si ricorda solo per qualche ora quando l’Onu o qualche organizzazione internazionale, lanciano le «giornate» che, il più delle volte, si riducono a pure sfilate di buoni propositi. Il merito dell’iniziativa ospitata ieri mattina in Campidoglio e promossa dalla Comunità di Sant’Egidio è per questa ragione quello di aver riportato la strage degli innocenti vittime dell’Aids alla luce dei riflettori. La piaga dei bambini colpiti dalla malattia si è estesa soprattutto, ma non solo in Africa, e sta dilagando. Nel 2005 480mila dei piccoli morti a causa della malattia, su un totale di 570mila erano abitanti del continente più povero del mondo.
Aprendo i lavori Maria Cristina Marazzi, della comunità di Sant’Egidio, ha elencato alcuni dati che descrivono l’emergenza: «Sono almeno 2,3 milioni – ha detto – i bambini costretti a convivere con questa malattia, la maggior parte, due milioni, sono in Africa». Di fronte alle dimensioni di questa tragedia, e nonostante le tante promesse fatte ai G8 e ai vertici internazionali, non si vedono iniziative e interventi in grado di imporre una svolta. Per questo il programma «Dream» (Drug Resource Enhancemente againts Aids and Malnutrition) lanciato nel 2003 in Mozambico dalla comunità di Sant’Egidio, appare una della poche iniziative in controtendenza. Il programma si basa essenzialmente di terapie antiretrovirali che permettono di bloccare la trasmissione dei virus tra madre e figlio e di curare i neonati partoriti da donne siero-positive. Partito appunto tre anni fa in Mozambico, uno dei paesi maggiormente colpiti dall’epidemia, il progetto-pilota è stato esteso a Malawi, Tanzania, Congo, Angola, Nigeria, Guinea Bissau e Conakry. L’assistenza ha raggiunto 25mila persone che avevano contratto il virus dell’Hiv, 20mila contagiati hanno avuto acceso alle cure, le terapie antiretrovirali sono state somministrare a 10mila pazienti, tra i quali molti bambini. Si tratta, come vi vede dal raffronto delle cifre, di una lotta impari e non ancora adeguata all’emergenza. La rappresentante della comunità di Sant’ Egidio ha da un lato ricordato che grazie a questi interventi «questi piccoli pazienti vivono di più e meglio dei loro coetanei che non ricevono alcun trattamento» ma ha dovuto ammettere che «persistono molte difficoltà, come la diagnosi al di sotto dei 18 mesi, la tipologia dei farmaci disponibili, la povertà delle famiglie, la carenza di servizi specifici per l’infanzia in Africa». All’incontro promosso a Roma in Campidoglio erano presenti una ventina di ministri della sanità africani che ieri sono stati ricevuti in Parlamento dal presidente Bertinotti che ha tra l’altro definito la carenza di cure e di farmaci «la peggiore delle disuguaglianze». L’iniziativa romana è apparsa utile anche perché il governo italiano, a giudicare da quanto è stato detto, intende sostenete il progetto Dream e più in generale la lotta contro l’Aids. La neo-ministra della Salute, Livia Turco, ha tra l’altro osservato che «il nostro paese può fare molto su un filone di lavoro che ritengo molto interessante e a cui mi dedicherò perché è una battaglia nella quale credo molto». Secondo Livia Turco «i dati sono straordinari e dimostrano che Dream è una strada percorribile per la lotta all’Aids. Il programma dimostra che è possibile dare vita ad un modello di cooperazione rispettosa e creativa coni paesi africani». Nel corso dell’iniziativa sono state ascoltate numerose testimonianze sull’emergenza Aids in Africa.

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