HomeDREAMLa Voce (Italia): Stop all’Aids
30
Nov
2007
30 - Nov - 2007



Oggi giornata mondiale contro la malattia

Dopo 25 anni l’HIV resta un problema all’ordine del giorno: 5700 morti al giorno, soprattutto in Africa

Roma, 1 dic. – 6800 nuovi casi riscontrati ogni giorno. Ogni giorno, 5700 morti. Sono i terribili numeri dell’Aids, che a 25 anni dalla sua scoperta continua a mietere vittime. Oggi più silenziosamente, dopo le luci della ribalta conquistate negli anni ottanta e novanta. La guardia non va abbassata, perchè il virus dell’HIV era e resta emergenza sanitaria mondiale.

Ne sono consapevoli gli organizzatori di "Stop all’Aids", la giornata mondiale di informazione e prevenzione in programma oggi. Sensibilizzazione, impegno, ricerca: queste le parole d’ordine. A Roma il comune ha deciso di illuminare il Colosseo proprio per dare un segnale forte all’opinione pubblica della capitale. Il tema è ancora scottante. Secondo l’agenzia Onu Unaids ancora oggi si contano 33,2 milioni di malati o sieropositivi. E’ pur vero che le stime sono state riviste al ribasso in base a nuovi metodi di calcolo. Ma è la stessa agenzia a mettere in guardia dal pericolo di equivoci. Il calo del 16% del numero dei casi sarebbe dovuto esclusivamente all’affinamento dei criteri di indagine. In altre parole non è vero che il fenomeno Aids si sta contraendo bruscamente. Soltanto quest’anno 2,5 milioni di persone sono state contagiate dal virus. Di queste ben 420mila sono bambini al di sotto dei 15 anni di età. 2,1 milioni i morti nel 2007. Salgono così a 25 milioni le vittime dell’HIV dal 1981, anno della sua scoperta.

Il continente maggiormente colpito dall’Aids rimane l’Africa, dove risiede il 60% degli infetti. Mancano i farmaci, l’informazione è insufficiente. Secondo i promotori di "Stop all’Aids" servono quindi altri fondi, perchè la gente continua a morire. Anche se non mancano le buone notizie. In 11 dei 15 paesi più colpiti l’incidenza del morbo si è ridotta in modo apprezzabile. Soprattutto in Botswana, Camerun, Ciad, Kenya, Malawi, Togo, Zambia, Zimbabwe si sono registrati cambiamenti favorevoli nel comportamento dei giovani, segno dell’efficacia delle campagne di prevenzione. Ma ancora non basta, si può fare meglio.

Un brillante esempio del come è offerto dagli ideatori del programma Dream, Drug Resources Enhancement against Aids and Malnutrition. L’assunto fondamentale alla base dell’iniziativa è che molto si è investito nelle cure retrovirali, ma queste perdono molta della loro efficacia se somministrate a persone malnutrite. Perchè in africa Aids e fame sono un binomio inscindibile. Dream si è dunque dedicato, a partire dal 2002, a fornire alle comunità africane prevenzione, da una parte, e cibo, dall’altra. "Dream è il sogno di sconfiggere l’Aids in Africa e garantire così la sopravvivenza delle madri e dei loro figli – dice Leonardo Palombi, direttore scientifico del programma. Il progetto ha da allora fornito assistenza a 40mila persone con il doppio obiettivo di prevenire la trasmissione dell’Hiv con l’alimentazione, che è una componente essenziale della nostra cura". Dream è partito dal Mozambico per poi estendersi a Tanzania, Nigeria, Angola. I dati sono eccellenti. Il 95% delle persone curate da Dream è vivo ed ha una buona qualità della vita. E’ quella, in fondo, che conta più di qualunque numero. Da una parte si dovranno perciò proseguire le camp

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