HomeDREAMwww.fides.org – Progetto Dream: non solo sconfiggere l’Aids ma esaltare dignità e ricchezza dell’Africa
16
Mag
2008
16 - Mag - 2008



Roma (Agenzia Fides) – Il progetto, Dream (acronimo di Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition), programma di prevenzione, trattamento ed educazione sanitaria, di lotta globale alla piaga dell’HIV e alla malnutrizione, nato dalla Comunità di Sant’Egidio, è iniziato nel 2002 in Mozambico. Oggi è presente in molti paesi dell’Africa subsahariana, con centri di accoglienza e laboratori di biologia molecolare, che offrono gratuitamente le cure ai malati di Aids e Hiv, e una terapia ad hoc per le donne in gravidanza, che ha lo scopo di salvare le loro vite e quelle dei nascituri. I risultati del progetto sono stati presentati nel corso del VI° Convegno Internazionale, “Comunità e salute: Dream un modello per l’Africa”, svoltosi presso la Pontificia Università Gregoriana, a cui erano presenti Ministri della Salute e rappresentanti di molti paesi africani.


I risultati del progetto Dream sono straordinari: dieci i paesi a cui è stato esteso il progetto, con 31 centri clinici e 18 laboratori di biologia molecolare, presenti nelle aree urbane o rurali. I pazienti assistiti sono circa 50.000 e si registra una crescita di circa diecimila persone l’anno, che si rivolgono a Dream. Circa 27.500 pazienti ricevono la terapia con farmaci retrovirali e diecimila sono i bambini curati finora, il gruppo più numeroso in Africa. Si calcola che un milione di persone sono state raggiunte da interventi diretti e non.
Il Convegno internazionale è stato occasione di ascoltare i racconti e le esperienze di alcuni responsabili del progetto Dream, in particolare Mozambico, Guinea Conakry, Malawi. “Siamo in grado di far arrivare la Coca Cola in ogni più remoto angolo del paese”- ha detto Ines Zimba, Responsabile di Dream in Mozambico- “perché non potremmo fare lo stesso con i farmaci antiretrovirali?”. Un appello ai ministri della sanità e alle case farmaceutiche che anche la Comunità di Sant’Egidio, come ha ricordato il prof. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità, ha fatto suo. Ines Zimba racconta che fin dal suo inizio Dream ha utilizzato la migliore combinazione terapeutica disponibile, e i farmaci di ultima generazione, per curare al meglio senza differenze, i propri pazienti.


I centri di salute, però, non sono solo un punto di guarigione, quanto soprattutto un “punto focale di incontro e rottura dell’isolamento”, racconta Kpakilè Felemou, Responsabile Dream della Guinea Conakry. Il malato è centrale, non solo nella sua salute, ma in tutto l’ambiente relazionale che vive. Per questo il primo obiettivo è combattere la segregazione e l’emarginazione che una malattia come l’Aids porta con sé, e che per un paziente africano, gravato dalle incombenze della vita quotidiana, da difficoltà di spostamento e di disponibilità, risulta essere ancora più gravoso. Dream, in Africa, ha messo a frutto l’unicità africana e stabilito con gli abitanti un legame forte, che è il primo presupposto per il proseguimento della cura e per la guarigione. La fedeltà alla cura si conquista, infatti, coinvolgendo il paziente: per questo quanti lavorano al progetto Dream sono abitanti del luogo, parlano ai pazienti nella lingua locale. Gli stessi pazienti partecipano a corsi di educazione, coi quali imparano a gestire molti aspetti della vita, e diventano a loro volta educatori per la propria famiglia. Davvero un “sogno” che diventa realtà, quello della guarigione e dell’esaltazione della dignità e della ricchezza dell’Africa. (P.C.) (Agenzia Fides 16/5/2008; righe 38, parole 535)

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