Ma Mbandaka non è più un cuore di tenebra, bensì il cuore di un sogno eurofricano, quello di DREAM, che ha tenacemente voluto realizzare una luce di speranza ed un gioiello di modernità proprio lì dove l’uomo bianco aveva scritto una delle pagine più vergognose della sua storia.

Proprio lì dove sorge una delle ville in rovina dell’ex dittatore Mobutu, ancora imponente per dimensioni e decorazioni accanto ad una città di centinaia di migliaia di abitanti che non dispone assolutamente di luce elettrica.

Ben otto camion sono serviti per trasportare dal porto fluviale al centro DREAM tutto l’equipaggiamento: banconi di laboratorio, cavi e quadri elettrici, linoleum per i pavimenti, lo stabilizzatore di tensione, il materiale informatico ….

Carpentieri, elettricisti, informatici hanno lavorato insieme per tre settimane. A Mbandaka – come detto – non c’è energia elettrica, e nemmeno una rete di distribuzione dell’acqua. Dunque il centro DREAM si è dovuto dotare di una grande cisterna sotterranea dove immagazzinare l’acqua piovana (che non manca nel cuore della foresta pluviale) e di due potenti gruppi elettrogeni per la produzione di energia elettrica.

Sono stati installati i quadri elettrici per la distribuzione elettrica al centro ed al laboratorio, la rete informatica, i server e i computer, il pavimento sanitario ed i banconi di lavoro in laboratorio … e da ultima la parabola per il collegamento internet satellitare.