HomeDREAMCubal, Angola – Notizie dal paese, dal centro DREAM, dal Movimento degli attivisti
09
Gen
2009
09 - Gen - 2009



Una missione DREAM italo-mozambicana si è recata recentemente a Cubal, in Angola, per visitare il locale centro DREAM. Della missione facevano parte anche delle attiviste di Beira, Veronica ed Yvonne, del Movimento Eu DREAM, in trasferta a Cubal per condividere con le loro “colleghe” angolane la propria esperienza.

L’Angola sta cambiando molto, in questi ultimi anni. E’ diventata il primo produttore africano di petrolio, sorpassando la Nigeria, ed in particolare la capitale, Luanda, è diventata il punto d’arrivo dei nouveaux riches angolani (non molti per la verità) ed il crocevia del business legato all’attività estrattiva.

Particolarmente forte è la presenza di espatriati dall’Estremo Oriente, cinesi soprattutto, che sono ormai onnipresenti: all’aeroporto impressiona il loro numero. La capitale vive una grande febbre edilizia ed è perennemente bloccata da un ingorgo di macchine di recente importazione. E però non molto della ricchezza ottenuta grazie all’oro nero viene spesa in investimenti per il paese. Nella stessa Luanda crescono i grattaceli ed il costo degli appartamenti va alle stelle, ma nulla si fa per l’acqua, le fognature, la rete elettrica, quella stradale, e per tutti i servizi necessari alla gente. Si sono ristrutturati gli ospedali pubblici (nel quadro degli accordi siglati in cambio del petrolio), ma all’interno degli stessi restano interi reparti vuoti o non funzionanti perché non è disponibile l’attrezzatura necessaria o manca il personale sanitario. L’impressione è quella di uno sviluppo tumultuoso ma senza un piano coerente e per la gente.

Ma questa è la grande città. Nell’immensa periferia angolana il tempo è ancora fermo e ben poco della ricchezza che si accumula nella capitale o che prende le strade dell’Oriente, lascia cadere le sue briciole nella campagne. In questo contesto DREAM continua il proprio lavoro. L’ospedale missionario in cui il centro di cura di Cubal è inserito si confronta con molte difficoltà, economiche in primo luogo, e poi legate alla carenza di personale, ma è sempre punto di riferimento importante per tanti, nel circondario. 

L’Angola, per fortuna, non conosce le alte sieroprevalenze consuete per l’Africa australe. A Cubal in due anni sono state testate 2433 persone e di queste ben 2239 sono risultate negative. Prevalenze così basse permetterebbero davvero al paese di fermare l’epidemia e garantire il sorgere di una generazione libera da AIDS. Ma ci vorrebbe un investimento serio e capillare delle risorse che si sono rese disponibili.

Nel quadro delle missione DREAM grande spazio è stato dedicato al lavoro delle attiviste. A Cubal è sorto da tempo un piccolo gruppo di malate che affianca infermiere e medici nel loro lavoro. L’incontro di tali attiviste con le loro omologhe di Beira si è rivelato prezioso per confrontare le rispettive esperienze e per avere più chiaro cosa volesse dire essere delle attiviste DREAM. Si è insistito soprattutto sull’accoglienza ai malati e sulla testimonianza personale, come via di incoraggiamento e di restituzione di una fiducia e di una dignità spesse compromesse dalla mentalità imperante. Grave, infatti, è il problema dello stigma. Essendoci una prevalenza dell’1,2% fra le gravide, le donne in trattamento sono veramente poche e si sentono molto deboli nel rapportarsi agli altri. Molto difficili sono in particolare i loro rapporti familiari. Una donna ha raccontato che suo suocero buttava via ogni volta la sedia dove lei si sedeva quando andava a fargli visita! Veronica ed Yvonne sono state bravissime a relazionarsi con ognuna delle donne con cui hanno parlato, in modo molto delicato ma estremamente efficace, con la saggezza di chi ha incontrato (o vissuto) tante situazioni più o meno simili.

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