Tanzania – DREAM ad Iringa
Il centro Dream di Iringa ha visto in questi primi mesi del 2011 aumentare sensibilmente il numero dei suoi pazienti.
Tante persone arrivano ogni giorno per fare il test o, se sanno già di essere sieropositivi, per chiedere di curarsi. Da gennaio ci sono circa 100 nuove accettazioni al mese e si è arrivati in poco tempo a più di 600 pazienti, molti vengono anche da villaggi molto lontani.
Nel mese di febbraio anche un gruppo numeroso di studenti di una scuola secondaria è venuto a visitare il centro, hanno fatto molte domande sulla cura dell’AIDS, sulla frequenza delle visite, sui sintomi e sul lavoro del Programma DREAM in Tanzania.
Si è diffusa così la notizia tra i giovani che c’è un posto dove, se positivi all’HIV, si può essere curati. Ad Iringa ci sono tre università e molti sono i giovani che cominciano ad arrivare al centro DREAM per fare il test.
All’inizio del mese di marzo c’è stato un primo un incontro con i pazienti per raccontare della storia della Comunità di Sant’Egidio e di come era nato il sogno di Dream.
All’inizio dell’incontro, a cui hanno partecipato 30 persone in maggioranza donne, i volti erano seri e un po’ preoccupati, poi a poco a poco il clima si è sciolto e in tante hanno raccontato il loro incontro con Dream e le loro storie.
Tante parole di ringraziamento per quello che Dream ha fatto e fa per la loro vita, ma anche il desiderio di aiutare e convincere altri a venire.
Molti sono intervenuti descrivendo lo stigma, la paura loro e di tanti a fare il test, l’abbandono da parte di amici e parenti, quando capiscono che loro sono malati.
Immacolata ha raccontato di come il personale del centro ha saputo darle coraggio “qui ho trovato tanta pace, persone che mi sorridevano e ci torno sempre volentieri”.
Olivia ha detto che dopo che lei era venuta per la prima volta ha parlato con altri della sua famiglia e con gli amici per convincerli a venire.
Richard ha testimoniato la vita e la forza ritrovata a Dream, dopo che per tanti anni non era riuscito a curarsi e il suo corpo sempre più indebolito e sofferente, lo aveva convinto ad aspettare solo la morte.
Bernadeta, la prima attivista di “I DREAM” ad Iringa, è intervenuta dicendo “ noi dobbiamo parlare di più tra noi, conoscerci, essere amici, andare a trovare altri perché così facendo avremo più coraggio e riusciamo a vincere la paura”.
La voglia di parlare e di raccontare è cresciuta in tanti durante l’incontro e così il desiderio di rivedersi presto e l’impegno di invitare altri per comunicare a quante più persone possibili, che esiste la cura per la loro malattia e che insieme possono sconfiggere lo stigma e la discriminazione, che pesa sulla vita di tanti.