HomeDREAML’Eco di BergamoIn Africa l’Aids si può sconfiggere. E costa poco
14
Mag
2011
14 - Mag - 2011



Il bilancio del progetto Dream della Comunità di Sant’Egidio in 10 Paesi: salvate 150 mila vite

 


L’Aids si può vincere, con la prevenzione e con la cura. E costa relativamente poco. Lo dimostrano i successi della Comunità di Sant’Egidio, che con il programma Dream, acronimo di «Drugresource enhancement against Aids and malnutrition», ma anche «sogno» in lingua inglese, ha dimostrato che con la terapia antiretrovirale il virus perde forza e non si trasmette più. Il punto è stato fatto ieri, alla presenza di venti ministri della Salute dell’Africa, dove 22 milioni e mezzo di persone risultano infetti, nella settima conferenza internazionale sul programma Dream. Ma quello che manca non sono le idee, bensì i soldi.

O meglio i soldi ci sono, ma si spendono male. E ieri la Comunità di Sant’Egidio ha inchiodato il mondo alla sue responsabilità. Insomma ha fatto i conti.

Il costo per evitare un’infezione è di appena 998 dollari l’anno e i malati che si riescono a curare dopo appena sei mesi di terapia aumentano la loro capacità di lavoro del 30 per cento. Il dramma dell’Africa ha molte facce. Non ci sono solo quasi un milione e mezzo di morti all’anno per Aids, ma i malati costano agli Stati e alla società molto denaro. Ma non per le cure, impossibili, ma per diminuzione di capacità lavorativa degli adulti e per l’elevato numero di orfani. In Africa il 54 per cento dei malati, cioè 12 milioni, sono donne, e il 10 per cento, cioè 2 milioni e 300 mila, sono bambini per lo più infettati durante la gravidanza e l’allattamento. Ogni anno in Africa quasi un milione e mezzo di donne malate risulta incinta e il 40 per cento dei neonati, mezzo milione, nascerà malato perché si infetta in utero, al parto o con il latte materno. La metà di questi bambini muore prima dei due anni di vita.

Quanto costano tutto ciò e 15 milioni orfani all’Africa? Sicuramente molto più dei costi della terapia. Il programma Dream lanciato quasi dieci anni fa dalla Comunità di Sant’Egidio, che si basa su un sistema di prevenzione articolato (farmaci, acqua pulita, lotta alla malaria, cibo migliore), ha permesso di ridurre all’1 per cento i bambini infetti alla nascita e ha salvato la vita a 150 mila donne e uomini in dieci Paesi africani con 33 centri clinici per la cura. È una piccola goccia, ma ha dimostrato che questa è la via giusta. Il programma per ora costa 23 milioni di dollari, che arrivano tutti da donatori e raggiunge 300 mila persone.

I malati che si curano con terapie antiretrovirali aumentano la produttività e insieme riducono i costi sociali di una somma valutabile attorno ai 400 dollari l’anno per persona.

Insomma, hanno spiegato ieri i responsabili del progetto Dream, se si cura tutta l’Africa subsahariana, il luogo al mondo dove la pandemia è più diffusa, occorrono 29 miliardi di dollari per una popolazione di 770 milioni di persone. Sembra una cifra enorme, ma Sant’Egidio avvisa che è appena un quinto di quanto gli Stati Uniti spendono in un anno per la guerra di Afghanistan e in Iraq. Benedetto XVI due anni fa in Camerun aveva incontrato i responsabili del progetto Dream e aveva lodato la scelta della Comunità di Sant’Egidio. Ieri a Roma è stato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha rilevare che la lotta all’Aids è una «opportunità unica per combattere insieme al virus anche la povertà, la malnutrizione e la scarsa educazione sanitaria». Poi ha aggiunto che la Chiesa cattolica nel mondo è in prima fila: «Quasi i130 per cento dei centri di cura per l’Aids nel mondo è gestito dalle comunità cattoliche e la Chiesa è l’unica istituzione che finora ha avviato un grande investimento per la cura della pandemia».

Bagnasco ha ricordato che la Cei destina 105 milioni di euro a progetti in ambito sanitario, molti dei quali in Africa per la lotta all’Aids, e ha sottolineato che l’Europa non può dimenticare l’Africa: «Essa fa parte del nostro orizzonte e l’Europa non può pensare al proprio futuro senza l’Africa».

 

Alberto Bobbio

NEWSLETTER

Mantieniti in contatto con DREAM

* Campo obbligatorio