20.000 bambini nati liberi dall’AIDS con il programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio
Proprio in questi giorni, in cui celebriamo la giornata mondiale dell’AIDS, si contano 20.000 bambini nati liberi dall’AIDS in Africa grazie al programma DREAM che la Comunità di Sant’Egidio ha attivato in 10 paesi dell’Africa sub-sahariana. Grazie ai 38 centri di cura e ai 20 laboratori di analisi già realizzati e al personale locale formato in questi 10 anni di attività, grazie soprattutto ad una grande passione che anima gli operatori e i tanti pazienti che collaborano attivamente al programma.
E’ possibile, è una strada percorribile, ma sono ancora tanti i bambini che nascono con il virus dell’HIV contraendolo dalle loro madri, perché non raggiunti dalle cure necessarie. Si calcola siano 300.000 ogni anno, soprattutto nei paesi dell’Africa. In questo continente si concentra purtroppo il 91% delle morti infantili dovute al virus dell’HIV a livello mondiale. Nei paesi europei e dell’America settentrionale, questo non accade in pratica più, grazie alla terapia antiretrovirale somministrata alle madri sieropositive durante la gravidanza, il parto e l’allattamento. Proprio come fa il programma DREAM nei suoi centri e in collaborazione con varie istituzioni civili e religiose presenti in Africa.
L’ha ricordato il Papa con il suo messaggio in vista della giornata mondiale dell’AIDS: “ Il mio pensiero va al grande numero di bambini che ogni anno contraggono il virus dalle proprie madri, nonostante vi siano terapie per impedirlo. Incoraggio le numerose iniziative che, nell’ambito della missione ecclesiale, sono promosse per debellare questo flagello”. Queste iniziative hanno ridato speranza a un intero continente.
Per questo, in tutti i centri DREAM in Africa, la giornata del 1 dicembre è la festa della vita. Commentando la notizia dei 20.000 bambini nati sani e delle quasi 200.000 persone che si sono rivolte ai centri DREAM, ha detto bene Olívia Mavie, una donna entrata nel programma di prevenzione verticale quando era incinta del suo bambino poi nato sano grazie alle cure: “dietro ai numeri ci sono i volti, le storie, c’è tanta vita”. E’ la vita ritrovata grazie alle cure e quella donata ai tanti bambini nati liberi dall’AIDS.
In questa giornata mondiale dell’AIDS la parola d’ordine è “Getting to zero” per interrompere la trasmissione del virus da madre a figlio entro il 2015. Le tante donne che oggi festeggiano mostrando orgogliosamente i loro figli nati sani ci dicono che si può, e chiedono alla nostra società e a ciascuno, di permetterlo. Perché il 1 dicembre sia ricordato come la festa della vita e della vittoria sull’AIDS.