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Medicina: Dream fa sognare le donne
30
Giu
2013
30 - Giu - 2013



Colloquio con Cacilda Isabel Massango

Ogni giorno nel mondo circa 800 donne perdono la vita a causa di complicanze della gravidanza e del parto: il 99 per cento vive nei paesi  in via di sviluppo. Una tragedia che potrebbe  essere evitata migliorando le condizioni igieniche,  l'assistenza sanitaria, la diffusione dei medicinali. Salvare 3 milioni di donne entro il 2015 è l'obiettivo ambizioso di Msd for mothers, progetto finanziato con 500 milioni di dollari. In quest'ambito Msd Italia ha deciso di sostenere in Mozambico il programma Dream promosso dalla comunità di Sant'Egidio. Per capire di cosa si tratti abbiamo intervistato Cacilda Isabel Massango, 36 anni e una figlia di 11 che, come lei, è sieropositiva. 
Signora  Massango, come ha scoperto di essere malata? 

«Subito dopo la nascita  della bambina ho cominciato a stare molto male. Era il 2002. Quando ho avuto la diagnosi mio marito mi ha cacciato di casa. All'ospedale un infermiere mi ha parlato del centro Dream un po' fuori Maputo, dove le cure erano gratuite. Mi sembrava un miracolo. Ho preso mia figlia e sono andata».

Che assistenza ha ricevuto?

"Per prima cosa i farmaci, che hanno consentito a me e a mia figlia di vivere. Poi  l'assistenza sanitaria: gli esami di controllo, le visite specialistiche. Le donne sono seguite per tutta la gravidanza e poi fino a che il bambino non ha 18 mesi. I piccoli vengono controllati periodicamente, le madri ricevono aiuto concreto per lo svezzamento.  Intorno al centro si forma una comunità che è parte della terapia.  Perché oltre al virus bisogna sconfiggere i pregiudizi che circondano i sieropositivi. Altrimenti è facile che si abbandoni la terapia. Oggi ho un lavoro e una nuova casa, ho un futuro. E voglio contribuire a costruire un'Africa migliore». 

Letizia Gabaglio

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