Karibu Arusha Dream Center! Il primo centro di Sant’Egidio in Tanzania
Home Care, prevenzione e cura di HIV/AIDS e altre malattie non trasmissibili, telemedicina, prevenzione della trasmissione del virus dell’HIV da madre in figlio: questo e altro ancora nel centro DREAM di Arusha in Tanzania.
DREAM, programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio, nato in Mozambico nel 2002 per garantire il diritto alla salute, contrastare l’AIDS e la malnutrizione in Africa, prende avvio in Tanzania a partire dal 2006. Il primo centro aperto nel paese è quello di Arusha, città che sorge all’ombra del Kilimanjaro, famosa per aver ospitato, dal 1994 al 2015, il Tribunale Criminale Internazionale per il Rwanda. La situazione dell’HIV in questa zona era critica, aggravata a causa di povertà, ignoranza e paura dello stigma. I malati all’epoca erano moltissimi, 8 persone su 10, ovvero la maggioranza della popolazione.
Prima che aprisse il centro DREAM, un solo ospedale si occupava di HIV e l’approccio delle persone alla malattia era di rifiuto totale. Rifiuto tale da non voler nemmeno fare il test. Sapere di essere positivi al virus avrebbe comportato conseguenze troppo gravi: vergogna, ripudio da parte della famiglia e del villaggio, emarginazione sociale. L’obiettivo principale di DREAM era cambiare tutto questo. I primi pazienti arrivati al centro erano pochi, disabili e già molto, troppo malati. Al centro DREAM ogni paziente era prima di tutto una persona, con la sua storia, i suoi problemi e le sue aspirazioni per il futuro. La privacy di ognuno era rispettata. Non nell’adattarsi al costume locale per cui “non se ne parla per non ferire o per non essere invadenti” ma dedicandosi alla costruzione di una relazione basata sulla fiducia reciproca medico-paziente. Piano piano, anzi “pole pole” in Swahili, sempre più persone venivano al centro. Fare il test non era più una condanna a morte, era il primo passo per stare bene, l’inizio di una nuova vita. A parlare erano gli effetti positivi della terapia antiretrovirale e tutte quelle misure che la rendono efficace.
Finalmente la cura era possibile e accessibile. Punto di forza, la gratuità del trattamento. Ad oggi i pazienti sono 1.593 e il centro è cresciuto, spostandosi nel 2009 in una sede più grande. Il team, interamente locale, conta 14 persone. Dalla coordinatrice ai medici, la counselor e le expert client, dall’amministratore alle infermiere, dall’autista al farmacista, dai tecnici di laboratorio alle addette alle pulizie. Un lavoro di squadra per garantire il diritto alla salute a tutti, fin da prima della nascita con la terapia prenatale. Due giorni a settimana sono dedicati alla PMTCT ovvero Prevention from Mother To Child Transmission dove le donne sieropositive, future mamme, vengono seguite durante la gravidanza fino ai 18 mesi del bambino o della bambina, termine ultimo per scongiurare la trasmissione. HIV e non solo. DREAM segue i suoi pazienti monitorando costantemente la loro salute, dal controllo delle malattie croniche come diabete e ipertensione fino allo screening del papilloma virus. Le giornate dedicate ai controlli sono anche momento di incontro, il servizio è rivolto a tutti, DREAM invita i suoi pazienti a portare con loro amici e familiari.
Poi c’è la telemedicina. Grazie a una piattaforma online lo staff dalla Tanzania è in collegamento diretto con medici specializzati in tutta Italia. Nata per esigenze legate a problematiche cardiologiche, oggi tramite la telemedicina si può avere ogni tipo di consulto. DREAM non si limita ad essere un centro di salute, conosce bene le problematiche del paese e le difficoltà della sua gente. Una volta al mese la clinica mobile arriva a Mererani, una zona di miniere, isolata, dove fino a poco tempo fa non c’era nemmeno un ricovero e i trasporti sono limitati. I pazienti che provengono da questa zona sono tanti e per permettergli di seguire la terapia è DREAM ad andare da loro. Stessa cosa avviene per tutti quelli che sono in Home Care. Le expert client, cuore del programma DREAM, si recano a casa dei pazienti più bisognosi per assicurarsi che seguano la cura. Questo servizio viene attivato nei casi di emergenza, quando un paziente è troppo malato o lontano per recarsi al centro a prendere le medicine, o quando ha difficoltà a prendersi cura di se stesso. L’Home Care è un sostegno che va oltre il trattamento. Le donne DREAM aiutano i pazienti a cucinare e a seguire una dieta sana, sistemano e puliscano la casa con loro, affinché le condizioni igieniche siano le migliori possibili, fanno il bucato con loro, aiutano mamme e nonne con la gestione dei bambini. Un servizio gestito interamente dalle expert client, simbolo del riscatto delle donne colpite dallo stigma, testimonial dell’efficacia del trattamento.
Nessun paziente è uguale all’altro al centro DREAM e per quelli più poveri, le mamme incinte o chi ha un rapporto peso-altezza inferiore alla media è prevista l’integrazione alimentare con pacchi di cibo che vengono distribuiti mensilmente. I giovani sono quelli che più di tutti hanno bisogno di sostegno per affrontare la malattia, il tabù si fa ancora più pesante quando si tratta di seguire la terapia condividendo la quotidianità con i coetanei. La vergogna può prendere il sopravvento e pur di non far vedere le medicine che si prendono, molti interrompono il trattamento. L’ultimo sabato del mese è dedicato a loro, ai giovani. Tutti i pazienti tra i 10 e i 20 anni sono invitati al centro per riunirsi insieme, senza “i grandi” per potersi sentire liberi di parlare e confrontarsi. E poi? Si pranza tutti insieme!