Coronavirus: il lavoro di DREAM in Africa per prevenire la diffusione del virus
Il Coronavirus è arrivato anche in Africa e il Programma DREAM della comunità di Sant’Egidio sta intervenendo, nei Paesi in cui lavora, per prevenire la diffusione dei contagi fornedo materiale informativo alla popolazione e dispositivi di protezione al personale.
Il nuovo Coronavirus n-Cov in tempi brevissimi ha infettato quasi tutto il mondo e così anche i paesi africani si sono trovati a fronteggiare l’emergenza. I primi paesi a registrare dei casi sono stati i paesi del Nord Africa, come l’Algeria, seguiti dai paesi dell’Africa Subsahariana dove il virus è stato trasportato da persone in provenienza dai paesi europei (soprattutto per quanto riguarda l’Africa Occidentale) e dai paesi del Golfo (soprattutto per quanto riguarda l’Africa Sud Orientale).
Secondo il situation report del World Health Organization del 24 marzo 2020, nella regione africana finora si sono registrati 1305 casi e 26 morti, in 37 paesi.
I paesi più colpiti sono: Sud Africa (709 casi), Algeria (231 casi), Burkina Faso (99 casi), Senegal (79 casi), Camerun (72 casi), Repubblica Democratica del Congo (36 casi), Rwanda (36 casi).
La malattia COVID 19 rappresenta una sfida drammatica in Africa, dove la gente vive in abitazioni sovraffollate, con scarsi servizi igienici e scarse disponibilità di acqua, trasporti affollatissimi, una popolazione estremamente mobile internamente e con tantissimi contatti con paesi europei, come si è visto dalla rapida propagazione del virus. Le misure igieniche e di distanziamento sociale saranno, dunque, difficili da applicare. Inoltre, nella maggior parte dei paesi le strutture sanitarie sono già sovraccariche, e non sono disponibili le rianimazioni e i respiratori.
Questo ha ingenerato una grandissima preoccupazione sia nei governi che nella popolazione. Molti governi, apprendendo dalle esperienze europee, hanno già applicato misure di distanziamento sociale e in qualche caso anche di lockdown, oltre alla chiusura delle frontiere. Nella popolazione si è diffuso il panico, con accaparramento di mascherine e gel igienizzanti che sono già introvabili e a prezzi proibitivi, e con fake news di tutti i tipi che girano sui social media, come la notizia che l’epidemia in Italia sarebbe dovuta all’uso di fazzolettini di carta provenienti dalla Cina.
Sant’Egidio ha cercato di rispondere subito alle problematiche poste dal diffondersi dall’epidemia, con due direttrici: preparare i centri DREAM a garantire il funzionamento anche in tempi di COVID, proteggendo gli operatori e i pazienti, e diffondere materiale informativo corretto alla popolazione.
Sono quindi stati preparati percorsi per evitare affollamenti di pazienti, sono state istituite postazioni di triage per separare i pazienti più a rischio dagli altri, si è cercato di fornire al personale tutti i dispositivi di protezione adeguati all’attività di ognuno. Il procurement dei dispositivi di protezione come le mascherine e dei disinfettanti è quello che ci preoccupa di più, e per questo in ogni paese ci stiamo attivando in tutti i modi.
Si è deciso di diffondere alla popolazione messaggi semplici per la prevenzione del virus, quelli che sono presenti sul sito del World Health Organization, per dare un messaggio univoco e chiaro.
Inoltre, le sartorie dei centri nutrizionali DREAM di Matola e Blantyre si stanno attivando per produrre mascherine per la popolazione.