HomeDREAMDal Mozambico la storia di Olga: dalla lotta all’HIV all’importanza del counseling e della prevenzione verticale
24
Gen
2022
24 - Gen - 2022


Per combattere l’HIV le medicine non bastano, la terapia è fondamentale e la sensibilizzazione è un’arma per abbattere i tabù, prevenire e curare la malattia.
Unico modo per indebolire il virus è abbassare la sua carica virale a tal punto da renderlo non trasmissibile.

 


La terapia è l’unica vera prevenzione ma va seguita con rigore, perché una corretta alimentazione insieme all’assunzione dei farmaci protegge il paziente, permettendogli di condurre una vita in salute, riducendo al minimo il rischio di trasmissione.
Ecco perché alla base al centro del Programma non ci sono solo le medicine, ma prima di tutto c’è la persona.
La storia di Olga  lo mostra chiaramente

Olga, 36 anni, è una paziente del programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio dal febbraio 2008. La giovane mozambicana è nata a Maputo e frequenta il Centro Dream di Matola. Durante l’infanzia ha avuto condizioni di vita molto difficili, orfana di padre dall’età di 4 anni ha interrotto i suoi studi alle elementari per aiutare sua madre a cercare condizioni di vita migliori per sé stessa e i suoi fratelli.
Si è sposata all’età di 17 anni e, l’anno successivo, è rimasta incinta. Da questa unione durata poco più di 3 anni ha avuto 2 figli che oggi hanno rispettivamente 18 e 16 anni. Nel 2006, dopo la nascita del suo secondo figlio, Olga ha affrontato prima la perdita della madre e, in seguito alla scoperta della relazione extraconiugale del marito, il divorzio.

Dopo il primo matrimonio Olga ha avuto un nuovo partner e una nuova gravidanza. Come si è soliti procedere, saputo della maternità, Olga si è rivolta all’unità sanitaria più vicina (centro sanitario Matola I) per aprire il modulo prenatale. In quell’occasione fu testata per l’HIV con esito positivo, iniziando quindi il trattamento antiretrovirale. Già nei primi mesi però, non contenta del risultato, scossa da tutti gli eventi che si sono susseguiti sul suo cammino e moralmente provata, decise di abbandonare la cura. 

Dopo la nascita di suo figlio ricevette da un’amica l’invito a frequentare il centro DREAM di Machava. Incuriosita scelse di recarvisi. Arrivata al centro, Olga è stata accolta e sostenuta, iscrivendosi subito al programma di prevenzione della trasmissione verticale (PMTCT) e ricevendo un buon counselling che, secondo lei, risultò fondamentale per interrompere precocemente l’allattamento al seno di suo figlio, evitando così che si infettasse.
Dopo la dimissione del bambino, è rimasta in cura e ha continuato il follow-up al centro pediatrico, dove ha avuto il suo quarto figlio, anche lui libero dall’HIV.
Il trattamento, la cura e il rapporto di amicizia che ha sviluppato con i collaboratori del Programma DREAM superavano le barriere della distanza, ma le condizioni economiche non le permettevano di continuare a ricevere il follow-up in un centro così lontano da casa.

Così, nel 2018, è stata trasferita al centro di Matola. L’anno appena concluso, Olga si è presentata per una consultazione di routine dove ha informato di essere incinta.
La sua vita ora è migliorata, vive in affitto e ha una sua piccola attività di frutta e verdura da cui riesce a ricavare il reddito per mantenere i suoi 4 figli.
Anche se a volte ha difficoltà a raggiungere il centro (alcuni giorni cammina per circa 3 km), dice che lo fa volentieri e senza problemi perché, nel centro DREAM, ha trovato non solo la cura della sua malattia, ma soprattutto l’amicizia e la sicurezza.

Oggi, Olga ha una carica virale non rilevabile, i suoi quattro figli sono liberi dall’HIV e spera che anche la sua quinta gravidanza abbia successo.
Nonostante le tempeste della vita, sogna di possedere una casa di proprietà e di avviare un’attività in proprio per garantire che i suoi figli completino gli studi e abbiano un futuro promettente.

 

 

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