HomeDREAMFuga da Goma verso un futuro migliore: la storia di una giovane accolta dal Centro DREAM a Kinshasa
01
Feb
2023
01 - Feb - 2023


“Io, vittima di violenze, ho perdonato i miei aggressori. Dal Papa grande speranza”: grazie a Vatican News per aver condiviso la testimonianza di una giovane fuggita da Goma a Kinshasa, dove ora è accolta dal Centro DREAM della Comunità di Sant’Egidio.

Nell’articolo Stefano Capparucci, responsabile DREAM nella Repubblica Democratica del Congo, racconta l’iniziativa avviata undici anni fa dalla Comunità di Sant’Egidio nella capitale congolese.

Articolo di Salvatore Cernuzio, Vatican News.


È troppo piccola Adisa (nome di fantasia), per aver dovuto subire delle sofferenze così grandi. Vittima di violenze di ogni tipo da parte dei ribelli a Goma, la sua città a Est della Repubblica Democratica del Congo, quando aveva poco più di 18 anni, ammalatasi a seguito degli abusi, ha visto la sua famiglia disperdersi nel nulla a causa della guerriglia. Le è rimasta la sorella. I banditi nelle foreste vicino Goma l’hanno violentata. Poi le hanno rapite entrambe insieme ad altri bambini. Non riesce a spiegare bene come, Adisa, ma lei e la sorella sono riuscite a scappare a Kinshasa chiedendo “aiuto e spiegazioni”. Le ha accolte la Comunità di Sant’Egidio all’interno di quel raggio di luce nel buio degli orrori che è il Centro Dream, iniziativa attiva da undici anni nella capitale congolese per offrire cure e sostegno, assolutamente gratuito, a chi soffre nel corpo e spesso anche nell’anima.

La sua prima testimonianza

Oggi Adisa di anni ne ha 23 e cammina a testa alta con il suo corpo minuto, che ricorda quasi quello di una bambina. “Je suis un activiste. Sono un’attivista”, dice a Radio Vaticana – Vatican News. È la prima volta che decide di raccontare la propria testimonianza. Mentre parla stringe nervosamente una penna in una mano e una mascherina nell’altra. Non cede mai durante il colloquio, interamente condotto da lei, senza alcuna pressione ma nella massima libertà di raccontare solo ciò che sente di condividere. Alla fine corre dai medici che la curano da anni e, abbracciata a un’infermiera, scoppia in lacrime di liberazione. “Sì, ma sono forte”, ci tiene a precisare, asciugandosi con il polso.

Nuova vita a Kinshasa

Lo si vede che è forte. E lo si sente, specie quando assicura di aver perdonato i suoi aggressori: “Sicuramente li ho già perdonati. La Bibbia ci insegna questo”. Adisa si dice infatti riconciliata con il suo passato, verso il quale non guarda mai perché ora c’è la “nuova vita”, lì, alla periferia di Kinshasa nel Centro Dream, dove racconta di lavorare come volontaria per i malati e per le donne che, più delle cure mediche, hanno bisogno di una parola. “Noi attivisti siamo il sorriso che viene dato a chi arriva per la prima volta, viene accolto per le prime analisi o per i farmaci. Parlo molto anche con le altre donne”.

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L’intervista a Stefano Capparucci, responsabile DREAM nella Repubblica Democratica del Congo, che racconta l’iniziativa avviata undici anni fa dalla Comunità di Sant’Egidio nella capitale congolese.

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