HomeDREAMMalawi: I primi test nei villaggi
30
Giu
2006
30 - Giu - 2006



Quando arriviamo al villaggio di Mpothe, a circa 20 minuti dall’ospedale di Mthengo wa Ntenga, incontriamo subito facce conosciute. Il capo villaggio e James ci danno il benvenuto, siamo una presenza ormai familiare. Infatti ci sono già stati diversi incontri, ma oggi l’occasione è speciale. Oggi, per la prima volta, siamo venuti per fare i test nel villaggio. Infatti in Malawi, come in molti altri paesi dell’Africa sub-Sahariana, l’ 80% degli abitanti, vive fuori dalle città in piccoli villaggi, dai quali spesso non è facile raggiungere i centri abitati maggiori.

La popolazione dei villaggi ha molte difficoltà ad accedere ai servizi sanitari che sono per lo più concentrati nei grandi centri. Gli spostamenti non sono facili e costano molto, spesso troppo, per le scarse risorse dei contadini del Malawi. Alcuni dei nostri pazienti camminano anche per tre ore prima di raggiungere l’ospedale. In queste condizioni spesso si rinuncia a curarsi, se non quando la malattia è talmente avanzata da non lasciare altra scelta: non di rado è troppo tardi perché le cure, soprattutto nel caso dell’AIDS, possano avere un effetto positivo. Allora abbiamo deciso di venire incontro a queste persone, ed abbiamo scelto Mpothe come prima uscita.
Ci attende un nutrito gruppo di persone, soprattutto donne, di tutte le età, desiderose di fare il test per l’HIV, per sapere se hanno l’infezione. Tutti vengono prima registrati dalle attiviste e con l’aiuto di un’infermiera e di un counsellor viene eseguito il test e fatto un colloquio per dare la risposta. Tutto si svolge intorno e dentro l’unica costruzione in mattoni del villaggio che funge anche da chiesa. L’atmosfera è serena, tutto si svolge in maniera ordinata e snella. Cinquantuno test in una mattinata, e cinque sieropositivi che potranno da domani accedere al nostro centro per ricevere le cure. La promessa delle cure ha reso tutto più semplice e più sereno. Sapere di essere sieropositivi non è una condanna, ma il primo passo per ottenere le cure e vincere la malattia. Alla fine gli abitanti del villaggio, per dimostrarci la loro gratitudine ci regalano noccioline appena tostate e frutta. Nuovo appuntamento due settimane dopo con altre 25 persone: una sola risulterà positiva al teste per l’infezione da HIV.

Ce ne andiamo dando un ulteriore appuntamento con la sensazione di avere compiuto un altro passo verso un accesso più diffuso alle cure, e una coscienza più diffusa che per l’AIDS, c’è una risposta.

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