HomeDREAML’Azione (Italia) – Grazie a Dream ora sto bene e la mia mia bimba è nata senza Aids
30
Mag
2008
30 - Mag - 2008



"Nel 1999 ho scoperto di essere malata di Aids: mi porta­rono al centro Dream e ho ini­ziato a stare meglio. Le cure e le medicine mi hanno fatto star bene. Prima ero piena di pia­ghe, ora mi sono salvata. Devo seguire con costanza la terapia, ma posso vivere. E la mia bim­ba non è nata sieropositiva. E’ il frutto del sogno di Dream".
Sono le parole di Ana Maria Muhai, donna africana che, seguita con il progetto Dream (Drug resource enhancement against Aids and malnutrition) della Comunità di Sant’Egidio, ha reagito alla malattia e, rina­ta, osserva i passi in avanti che Dream ha fatto in Africa nella lotta all’Aids e alla malnutri­zione.
Ana Maria pesava 29 chili quando è stata trovata dai vo­lontari di Sant’Egidio. Si è ripresa, sta meglio e lavora. E’ una delle protagoniste del filmato che, domenica 18 mag­gio, ha introdotto, nell’aula Magna della facoltà di Econo­mia, l’incontro "Viva l’Africa, viva", pomeriggio promosso da S. Egidio per illustrare i risul­tati ottenuti dall’importante programma e testimoniare l’importanza di un cammino comune tra Africa ed Europa. Insieme, infatti, si possono superare con più facilità i problemi.
Un filmato che ha eviden­ziato come grazie a Dream si stia combattendo la malnutri­zione. I bimbi, con Dream, non muoiono più. Nei Paesi seguiti dal progetto sono attivi ora anche i test per la malaria e la tu­bercolosi. Un filmato che si chiude con una frase che rappresenta l’obiettivo di Dream e della Comunità: "Sconfiggeremo l’Aids in Africa".
A introdurre la giornata, Da­niela Sironi, responsabile di S. Egidio, che ha riepilogato le tappe del progetto Dream, av­viato nel 2002 e cresciuto di anno in anno, grazie alla colla­borazione e all’aiuto di molti. "Proprio in quest’aula – ha detto – nel 2002 presentammo il programma. Ora vogliamo dire che ce l’abbiamo fatta e lo rac­conteremo con le testimonianze di chi ci ha aiutato e delle dele­gazioni attiviste di Dream".
Un regalo, l’evento di domenica, per il 40esimo della Co­munità e "per discutere e cre­scere, novaresi e africani".
E’ seguito l’intervento di Marisa Gariglio, del laboratorio di Microbiologia eMicrobiolo­gia clinica dell’Università e col­laboratrice di Dream, che ha indicato i numeri, spaventosi, dei sieropositivi e dei morti per Aids nel mondo. Ha, poi, illu­strato alcuni aspetti dell’inter­vento di Dream in Africa. Un intervento condotto in dieci Paesi (Mozambico, da dove si è partiti, Malawi, Tanzania, Ke­nya, Guinea, Guinea Bissau, Nigeria, Angola, Camerun e Repubblica democratica del Congo) e che vede attivi 18 la­boratori e 31 centri di salute. I novaresi sono presenti soprat­tutto in Mozambico, Malawi e Guinea Conakry.
Gianluca Gaidano, del reparto di Ematologia dell’ospe­dale Maggiore, ha evidenziato i passi in avanti compiuti da Dream e dalle terapie fornite per sconfiggere l’Aids in Africa. A Gaidano è stato consegnato anche un riconoscimento per il padre, che molto ha fatto per Dream.
"Il progetto – ha rilevato Su-sanna Ceffa, biologa novarese che, spesso, si reca in Africa per Dream – è radicato nei Paesi dove operiamo ed è un sogno in cui abbiamo creduto tutti, cia-scuno col proprio compito. E’ un programma con un’anima e che sa di lavorare per un pro¬blema grave. Quest’anima consente di creare grandi cose,
grandi eccellenze. Idea guida di Dream, la centralità della persona. Ogni paziente è diverso dall’altro e seguiamo tutti in base alle singole esigenze. Tutti possono accedere a Dream, per-ché le cure sono gratuite".
E’ poi intervenuto il nuovo console onorario in Guinea Conakry, che ha rilevato come in Africa, pur nelle difficoltà, un uomo si prende cura di un altro uomo. E’ quanto, ad esempio, sta accadendo con il progetto Dream. Molti africani curati sono diventati attivisti e aiutano altri malati di Aids. "L’Africa è una realtà che colla-bora – è stato detto nell’incon¬tro – Se diamo una mano, la gente ritrova la forza e inizia a lavorare per migliorare la si¬tuazione del proprio Paese, del-la propria gente. Ora, grazie a Dream, un futuro c’è".
A dimostrare che un futuro esiste sono anche i dati, che parlano di 98 bimbi su 100 che nascono sani da madre siero-positiva e di oltre 90 adulti su 100 che riprendono a vivere e vivono bene anche con l’Aids. Un programma che interviene anche sulle mamme, per agire subito nella lotta all’Aids e alla malnutrizione.
A chiudere la giornata, le te-stimonianze di due attiviste del Mozambico e della Guinea Conakry.
Monica Curino
NEWSLETTER

Mantieniti in contatto con DREAM

* Campo obbligatorio