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DREAM insegna a tutte le generazioni la solidarietà e l’amore per l’Africa
22
Mar
2009
22 - Mar - 2009



Una caratteristica di tutti i programmi DREAM è il fatto che il personale europeo in missione, in quanto volontario, non è retribuito. La ricompensa, per chi parte, è quella di vedere la realizzazione di un sogno, di ricevere le espressioni di gratitudine di malati.
In questi anni il costante accompagnamento dell’attività di ogni centro di salute, del suo personale africano, è stato garantito attraverso un largo e regolare sistema di turnazioni, in genere mensili. Con il vantaggio che il frequente avvicendamento ha saputo tener desto un entusiasmo sempre rinnovato, e contagioso.
In tanti hanno dunque vissuto il proprio personale “mal d’Africa”, sono stati travolti da una passione per quel continente e la sua gente. Nel segno del servizio ai suoi problemi, nel sogno di curare e guarire i suoi mali. Di più. In tanti hanno saputo trasmetterlo a chi sta loro accanto, ai propri familiari, ai propri figli, ad esempio.
In questa sede si vuole riportare il breve tema di Matteo, il figlio di un medico volontario per DREAM che frequenta le elementari, il quale così ha raccontato a scuola l’esperienza che sua madre vive:

Secondo me la solidarietà è quando mia mamma va in Africa a curare i bambini malati di AIDS, oppure quando lei dà delle indicazioni per le cose da mangiare che servono per far crescere un bambino.
Secondo me mamma è una super-eroina perché compie un gesto di solidarietà.
Io credo che il gesto di mia mamma sia ottimo. E penso che è meglio dare qualcosa agli altri invece di tenere tutto per sé.
Questo è anche il pensiero di mia mamma quando parte e lascia me e mio papà soli per un po’.
Io penso sempre a questi bambini quando mamma va da loro. Penso che è bello che lei vada, piuttosto che resti, così potrà curare tanti bambini malati. Questa è la solidarietà!

 

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