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A Kinshasa una nuova struttura di Sant’Egidio: «Garantirà cure gratuite per tutti contro l’Aids»
10
Lug
2011
10 - Lug - 2011



DA KINSHASA
«Ici tout est gratuit», qui tutto è gratuito. La scritta campeggia sulle porte del nuovo "Centro Dream" di Kinshasa, realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e inaugurato venerdì dal presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila, e dal cardinale della capitale Laurent Monsengwo Pasiniya. La gente si affaccia alle porte del centro un poco timorosa: «Davvero qui si curano i malati di Aids gratuitamente?» chiedono stupiti, in una città dove il costo della vita è altissimo, la scuola e la sanità sono a pagamento, ma la stragrande maggioranza della popolazione non ha un impiego e vive di niente.
Una contraddizione dovuta al lungo conflitto che ha tenuto in ostaggio il Paese fino al 2006 e gonfiato a dismisura la caotica capitale Kinshasa (10 milioni di abitanti, o forse più), approdo di tanta gente in fuga. Tra le povertà che la «prima guerra mondiale d’Africa» ha generato, vi è la diffusione della pandemia dell’Aids. Sebbene la Repubblica Democratica del Congo non sia tra i Paesi più colpiti da questo male – la percentuale di sieropositivi non raggiunge il 5% -, sono milioni i congolesi condannati a morte se non si garantirà loro l’accesso alle cure. Ecco allora la sfida del programma Dream della comunità di Sant’Egidio: portare in Africa l’eccellenza della medicina mondiale, che ha reso l’Aids una patologia cronica con la quale è possibile convivere. Quello inaugurato venerdì è il trentatreesimo "Centro Dream" in Africa. E grande, immerso nel verde, e soprattutto ha le porte aperte a tutti: chiunque vi entri viene visitato, e, se del caso, messo in cura. Il centro permette di effettuare l’analisi della carica virale, la consegna dei farmaci antiretrovirali, il supporto nutrizionale, l’assistenza domiciliare.
La Cooperazione italiana, le Generali e l’Associazione Bambini del Danubio di Trieste sono stati gli sponsor principali. Il successo di Dream
si vede nei numeri: l5mila bambini nati sani da madri sieropositive, 150mila persone curate, con risultati sorprendenti. Fino a poco tempo fa, era opinione diffusa che somministrare una terapia così complessa agli africani fosse impossibile. Oggi, l’aderenza alla terapia registra percentuali superiori a quelle occidentali. E chi inizia a curarsi cessa di essere contagioso. L’audacia di Sant’Egidio, nasce da una visione "eurafricana": è quanto ha sottolineato il presidente della comunità, Marco Impagliazzo, intervenendo all’inaugurazione sottolineando il valore della sinergia tra europei e africani: tutto il personale è locale. (S.P.)

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