da La Repubblica del 1/7/2011

L’inaugurazione il 9 luglio a Kinshasa. Costata 1,7 milioni di euro la struttura sanitaria rientra nel "Programma dream", messo a punto dalla Comunità per contrastare l’Aids in tutta l’Africa. In cantiere la costruzione di dieci centri nel continente.

Un ospedale nel cuore dell’Africa per cercare di fermare la diffusione del virus Hiv: questo l’obiettivo della Cooperazione italiana e della Comunità di S.Egidio di Roma. Un progetto che si realizzerà il 9 luglio a Kinshasa, la capitale della Repubblica democratica del Congo, quando verrà inaugurata la nuova struttura per l’assistenza ai malati.

Costata 1,7 milioni di euro, insieme al primo centro a Mbandaka, nato un anno e mezzo fa, la struttura sanitaria rientra nel "Programma dream", messo a punto dalla Comunità per contrastare l’Aids in tutta l’Africa, che ha in cantiere la costruzione di dieci centri in tutto il continente.

Il centro è destinato a diventare un punto di riferimento nel paese, dove il virus Hiv ha contagiato il 4% della popolazione, con punte del 12% nel nord-est, portando conseguenze devastanti sul tessuto sociale: gli ultimi dati disponibili, risalenti al 2009, parlano di 100 mila morti all’anno.

Paolo Urbano, responsabile sanitario della Cooperazione italiana, assicura che sarà "un centro all’avanguardia capace di soccorrere fino a 15 mila malati. Sarà dotato di tecnologie innovative e di strumentazioni in grado di effettuare analisi approfondite". L’ospedale ospiterà anche un centro di "sicurezza alimentare", per combattere la malnutrizione che si accompagna alla patologia. Inoltre la ricerca scientifica avrà un ruolo di primo piano nell’ospedale, dove si lavorerà per studiare i meccanismi di trasmissione del virus. "Nel Congo – osserva ancora Urbano – l’8% dei contagi avviene per contatto madre-neonato. Si tratta di un dato con pochi eguali nel mondo".