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Africa, segni di speranza per la cura del virus Aids
05
Dic
2011
05 - Dic - 2011



www.vaticaninsider.it La Stampa

Un ampio articolo della rivista "Popoli" dei gesuiti, i religiosi dell’ordine che operano nella realtà si devono conciliare approccio farmacologico ed educazione. Padre Lombardi parla della tragedia dei bambini nel continente
Redazione
Roma

I cattolici impegnati nella lotta all’Aids riaffermano, con il Papa, che gli antiretrovirali non sono sufficienti: devono fare parte di un «approccio integrato alla prevenzione e alle cure che combini soluzioni farmacologiche con preoccupazioni etiche, il cambiamento di certi comportamenti con lo sviluppo integrale, la carità con la giustizia». «Da tempo – ricorda l’Ajan il network dei Gesuiti in Africa contro l’Aids,- la Chiesa cattolica offre questo tipo di risposta integrale».

I risultati della lotta all’Aids in Africa fanno ben sperare, ma non bisogna allentare la guardia perchè il virus rappresenta ancora una «minaccia per la vita» di moltissime persone. La cura deve conciliare approccio farmacologico ed educazione.

I gesuiti d’Africa e del Madagascar, in un messaggio del presidente della Conferenza dei Provinciali, padre Michael Lewis, diffuso dalla Radio vaticana, ritengono che un «prudente ottimismo» sia possibile di fronte agli ultimi dati statistici, che indicano una sensibile diminuzione del contagio e un crescita del 20% dell’accesso ai farmaci antiretrovirali tra il 2009 e il 2010 nell’Africa sub-sahariana. L’Ajan è impegnato nel perseguire «l’obiettivo zero» fissato per quest’anno dall’Onu e appoggiato dalla Esortazione apostolica del Papa «Africae Munus».

Risultati confortanti anche da DREAM, il programma avviato nel 2002 dalla Comunità di Sant’Egidio per la lotta all’Aids in Africa, per curare con un approccio globale e innovativo – donne, uomini e bambini in Mozambico, Malawi, Tanzania, Guinea Conakry, Kenia, Angola, Guinea Bissau, Nigeria, Repubblica
Democratica del Congo, Camerun.

Oltre il 98 per cento di bambini curati dal progetto nasce sano da madri sieropositive, e sano rimane perchè‚ le madri sono curate. Oltre il 90 per cento degli adulti curati riprende a vivere bene e a lavorare. Trentatre sono i Centri DREAM attivi in 10 Paesi, 20 i laboratori di biologia molecolare, 160.000 i pazienti assistiti, di cui 27.000 minori di 15 e 70.000 in terapia antiretrovirale, 14.700 i bambini nati sani da madri malate, 1300 le gravidanze seguite e oltre 1 milione le persone che stanno beneficiando del Programma.

Sull’argomento africano e le problematiche legate al continente ha parlato anche Padre Lombardi Padre Federico Lombardi, portavoce della sala stampa del Vaticano, che è tornato sul viaggio apostolico del Papa in Africa e, in un editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano, riflette sui trattamenti intollerabili che continuano ad essere inflitti ai bambini.


«Il documento sinodale portato in Africa dal Papa enumera, in un passaggio impressionante, alcuni dei ’trattamenti intollerabili inflitti a tanti bambini: I bambini uccisi prima della nascita, i piccoli non desiderati, gli orfani, gli albini, i fanciulli di strada, quelli abbandonati, i bambini-soldato, i bambini prigionieri, i
piccoli forzati a lavorare, quelli maltrattati a causa di un handicap fisico o mentale, quelli considerati come stregoni, i ragazzi venduti come schiavi sessuali, quelli traumatizzati, senza alcuna prospettiva di avvenire. Sulle più di 125.000 istituzioni di salute e carità che fanno capo alla Chiesa nel mondo, ben oltre 20.000 sono dedicate specificamente all’infanzia; moltissime altre alla scuola o al recupero dei fanciulli di strada o in difficoltà».

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