Nati troppo presto: HIV – AIDS e prematurità in Africa
La battaglia contro l’HIV/AIDS è uno degli 8 obiettivi dei Millennium Development Goals 2015. Obiettivo che è opportuno ricordare anche nella giornata internazionale contro la prematurità, il 17 novembre 2012, per la forte correlazione che esiste fra l’HIV e questo fenomeno. Ogni anno, prima della fine della 37ª settimana di gestazione, nascono circa 15 milioni di bambini. Di questi, 1.1 milioni muoiono entro il primo anno di vita, secondo le stime pubblicate dall’ OMS (Born too soon: The global action report on preterm birth, 2012).
L’HIV/AIDS, insieme alla malaria e ad altre infezioni materne, rimane una delle cause di nascita pre-termine soprattutto in Africa. Combattere l’AIDS vuol dire quindi ridurre la prematurità e con queste la mortalità neonatale. Quale può essere la strada per giungere presto ad una riduzione di questo fenomeno? Secondo l’OMS la via maestra è la prevenzione ed il trattamento con i farmaci antiretrovirali, prima e durante la gravidanza nelle donne HIV+. Garantire l’assistenza prenatale a tutte le donne in stato di gravidanza, includendo screening, diagnosi e trattamento di infezioni, tra cui infezione da HIV è il modo migliore per ridurre drasticamente la mortalità infantile e la prematurità. Questo è ciò che sta già avvenendo tramite programmi di prevenzione prenatale e cura dell’HIV/AIDS che lavorano in diversi paesi dell’Africa sub-sahariana, come nel programma DREAM.
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