HomeDREAMLa Comunità di Sant’Egidio con DREAM porta aiuti e amicizia agli anziani di Mangunde in Mozambico
17
Gen
2013
17 - Gen - 2013



Mangunde non è un luogo facile da raggiungere. Si trova nella provincia di Sofala situata nella parte centrale del Mozambico. E’ difficile arrivarci a causa delle strade sterrate e per le condizioni climatiche spesso avverse; non esistono linee di trasporto pubbliche, e da Beira, la città più vicina, ci vogliono almeno 6 ore viaggio in fuoristrada.

E’ una vasta zona rurale, spesso colpita dalla siccità, ma quest’anno la stagione delle piogge è stata più intensa del solito. E’ piovuto senza sosta per molti giorni causando allagamenti con la distruzione delle piccole coltivazioni di sussistenza.

Ma le difficoltà non hanno fermato una visita importante: quella agli amici anziani che vivono nei dintorni di Mangunde. All’inizio di quest’anno una delegazione della Comunità di Sant’Egidio "Eu DREAM" di Beira ha raggiunto quella di Mangunde e insieme hanno organizzato una distribuzione di aiuti alimentari per gli anziani. Per una felice coincidenza la distribuzione è avvenuta nel giorno dell’Epifania, aggiungendo all’evento un significato in più.
In questa zona, tanti anziani vivono da soli in capanne isolate, molti di loro hanno perso i figli a causa dell’AIDS e molti giovani preferiscono andare a vivere in città. Tante volte l’isolamento è dovuto al fatto che sono stati cacciati dal villaggio con l’accusa di stregoneria, vittime di un radicato pregiudizio: accusati di stregoneria perché colpevoli di “rubare la vita” a chi è più giovane.

Visitarli e incontrarli in questo contesto, assume un significato molto importante, è un modo per dire che la vita di questi anziani, anche se fragile e debole, è preziosa e merita considerazione e rispetto. La loro presenza anche se apparentemente inutile, rende tutti più umani e la loro esperienza è un patrimonio prezioso per tanti giovani che hanno sempre meno punti di riferimento. La visita è un modo per proteggerli e ridare loro dignità.

Molti hanno ringraziato perché finalmente non si sentono più così isolati e soli, ma grazie a questa nuova amicizia si sentono parte di una famiglia più grande.
 

Continua a leggere la storia su www.vivaglianziani.it

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