La storia a lieto fine di un bambino di strada
Pubblichiamo la storia di Francisco, così come ce l’hanno raccontata Josefa, Julia, Fatima e Odette, attiviste del centro nutrizionale DREAM della Comunità di Sant’Egidio a Beira, in Mozambico.
Nella “Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone”, la storia di Francisco ci ricorda quella di tanti minori che rischiano di finire sfruttati e vittime di violenze ed abusi. Una storia che in questo caso ha avuto un epilogo positivo.
“Abbiamo conosciuto Francisco* nel giugno 2015 quando era ancora un bambino di strada e nel centro nutrizionale di Beira abbiamo cominciato ad accogliere bambini e adolescenti che vivevano nelle piazze del centro città.
La strada è una realtà molto dura per troppi bambini a Beira: quando si ritrovano senza famiglia sono spesso abbandonati a sé stessi e girano per le strade stracciati, affamati e esposti ad ogni pericolo. Ci siamo domandate cosa potevamo fare per loro, così abbiamo cominciato ad offrire loro la possibilità di fare la doccia, cambiare i vestiti e mangiare un pasto completo. Non è stato facile perché la vita di strada rende duri e diffidenti anche dei bambini, ma la dolcezza e il senso materno li hanno conquistati. È cominciato un passaparola e il centro nutrizionale è diventato sempre più una casa e un punto di riferimento che accoglie ed aiuta, ma soprattutto ascolta e accompagna nelle difficoltà.
Qualche volta siamo riuscite a ritrovare la famiglia di origine e a far uscire i bambini dalla strada.
Francisco è uno di loro e la sua storia merita di essere raccontata. È nato nella località di Nhamatanda nella provincia di Sofala; in casa erano in sette: due sorelline più grandi, due fratelli, Francisco e mamma e papà. Come spesso accade in Africa, i piccoli rimangono presto orfani della mamma e il padre, incapace di accudire i bambini, comincia a cercare qualche parente a cui affidarli; alla fine decide di lasciare le due bimbe a una zia di Nahmatanda, ma abbandona i maschietti, forse convinto che avrebbero dovuto cavarsela da soli. Così abbandona i tre ragazzi in tre città diverse della provincia.
Francisco aveva 7 anni, e ricorda ancora bene quel momento terribile: lui e suo padre che arrivano di sera nella piazza principale, lui che si sente spaesato e impaurito in una città grande e sconosciuta come Beira e suo padre che gli dice di aspettare il suo ritorno e se ne va. Dopo cinque anni, quando lo abbiamo conosciuto, Francisco aveva 12 anni e non aveva mai più rivisto suo padre né i suoi fratelli.
Cinque anni nelle strade di Beira sono tanti, ogni giorno è un’incognita, giri per la città, cerchi qualcosa da mangiare, chiedi soldi ai passanti, ma è una lotta quotidiana, e Francisco riesce a vincerla ogni giorno per 5 anni.
Ma verso la fine del 2015 succede qualcosa di insperato che riporterà Francisco a casa.
Negli anni Francisco stringe amicizie con altri bambini di strada, chiede l’elemosina e qualcuno si ferma anche a parlare con lui; conosce così un ragazzo di Nhamatanda, che si trova a Beira per un breve periodo. Quando questo ragazzo fa ritorno a casa racconta ai suoi amici di un bambino originario proprio di Nhamatanda che vive a Beira di espedienti. La storia passa di voce in voce e nei piccoli paesi ci si conosce tutti, così la notizia arriva alle orecchie di una delle sorelle di Francisco rimaste con la zia.
Malgrado le difficoltà economiche per affrontare il viaggio e avventurarsi in una città sconosciuta, la sorella decide di partire per cercare questo bambino per verificare se fosse proprio il fratellino di cui non sa più nulla. È una debole speranza, ma non si perde d’animo e parte per cercarlo.
Arrivata a Beira si rende però conto che la città è grande e trovare Francisco non è semplice; chiede informazioni, cerca ovunque, ma non lo trova. Dopo tre giorni di ricerche sta per abbandonare le speranze, quando alcuni passanti le indicano il centro nutrizionale della Comunità di Sant’Egidio, lì tanti bambini di strada trovano un pasto e un luogo accogliente, perché non provare a chiedere a loro?
Corre allora al luogo indicatole, entra e comincia a spiegarci la sua storia. Mentre parla cambia espressione del volto, si ferma e chiama: Francisco! Francisco era appena arrivato per pranzare, era sovrappensiero ma subito si volta e riconosce la sorella, non era più una bambina ma era proprio lei. È difficile descrivere la commozione di tutti nel vedere i due abbracciarsi e stringersi tra le lacrime e i sorrisi, ma felici di essersi ritrovati dopo 5 anni.
Al centro tutti abbiamo partecipato di questa gioia perché Francisco è potuto tornare a Nhamatanda con la sorella e ora abita a casa con lei: non è più un bambino di strada, ma un ragazzo che vive con la sua famiglia nel suo villaggio.
La storia di Francisco è una storia dura, l’abbandono lo ha segnato profondamente, ma l’accoglienza del centro nutrizionale e la determinazione della sorella lo hanno salvato fisicamente e hanno cominciato a guarirne l’anima. Ora Francisco e sua sorella vogliono cercare gli altri 2 fratelli di cui non sanno nulla; noi continuiamo ad accudire e ad aiutare come figli i bambini di strada che si rivolgono a noi: oltre 40 tra bambini e ragazzi, a cui stiamo anche insegnando a leggere e scrivere perché nessuno di loro è mai andato a scuola. Ma la speranza più grande è di strappare tutti loro dalla strada e trovare una famiglia che possa accoglierli.”
* nome di fantasia