HomeDREAMIl programma DREAM all’Università del Piemonte Orientale. “La gestione dell’infezione da HIV in Malawi: il ruolo della diagnostica molecolare”
09
Lug
2016
09 - Lug - 2016



IMG-20160630-WA0002Il programma DREAM fin dall’inizio ha ritenuto necessario l’utilizzo della diagnostica e del monitoraggio di laboratorio per assicurare ai suoi pazienti cure di qualità. E’ stato il primo programma in Africa ad aprire e utilizzare per routine laboratori di biologia molecolare e, solamente in Mozambico e in Malawi, i laboratori DREAM hanno eseguito fino ad ora più di mezzo milione di cariche virali.

Con 300.000 persone assistite, di cui le prime in trattamento da circa 15 anni, nuove sfide si sono poste, tra le quali la necessità di studiare le farmacoresistenze di HIV. Per questo, in collaborazione con varie istituzioni ed enti di ricerca, DREAM è impegnato nello studio delle farmacoresistenze, nella descrizione di mutazioni e polimorfismi presenti, anche in considerazione dei vari sottotipi circolanti nelle aree dove DREAM lavora, ed è anche impegnato nello sviluppo di un metodo diagnostico sostenibile e adatto alle necessità locali.

IMG-20160630-WA0007A questo proposito, si è svolto durante il mese di giugno a Novara, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale (UPO) e la scuola di dottorato in biotecnologie mediche, un periodo di formazione e ricerca operativa, che ha visto impegnato nel progetto il biologo Richard Luhanga, Country Director dei laboratori DREAM in Malawi. La sua presenza è stata inoltre l’occasione per un seminario di presentazione della situazione dell’HIV AIDS in Malawi, con particolare riguardo al ruolo dei laboratori di biologia molecolare, e l’opportunità di spiegare come, anche con l’aiuto del programma DREAM, il Malawi sta provando a fare fronte all’epidemia.

Grazie alla disponibilità di molti all’interno dell’Università e dei laboratori, ma anche di sostenitori locali che hanno sostenuto economicamente la realizzazione dello stage, lavoriamo per rendere accessibile un test che sempre di più dovrà essere utilizzato anche in Africa per la migliore gestione del paziente HIV in trattamento.2016-07-09_161039

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