HomeDREAMAlimentazione, crisi climatica e lavoro sostenibile in DREAM Sant’Egidio
22
Ott
2021
22 - Ott - 2021


Nel mondo, 3 miliardi di persone non hanno una dieta sana e 2 miliardi sono sovrappeso; questo quanto sottolineato dalla FAO in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione tenuta lo scorso 16 ottobre.


I problemi maggiori si registrano in gran parte in Africa, con 418 milioni di abitanti che soffrono di mancanza di cibo.

Dai dati emersi dalla FAO, ad oggi circa il 40% della popolazione mondiale non può permettersi un’alimentazione sana, quasi 2 miliardi di persone sono sovrappeso od obese a causa di alimentazione scorretta e stile di vita sedentario e, si stima che entro il 2030 le spese sanitarie potrebbero superare i 1300 miliardi di dollari.

L’Africa è l’unica area in cui si prevede che, sempre entro il 2030, ci sarà un aumento della denutrizione. Questo perché, sebbene il continente contribuisca in minima parte alle emissioni mondiali, sta pagando a caro prezzo i cambiamenti climatici in corso.

Il pianeta sta affrontando la più complessa emergenza alimentare del 21° secolo. La combinazione letale di Covid-19, conflitti e cambiamenti climatici ha portato la fame e la malnutrizione a livelli mai raggiunti prima.

Il programma DREAM nei 10 Paesi di intervento, nonostante i contesti diversi, interviene a ogni livello del sistema sanitario per assicurare controlli e cure.

Come sottolineato dalla FAO, le aree del mondo in “emergenza fame” sono sempre più ampie e diffuse e la malnutrizione colpisce anche centinaia di milioni di bambini. Nel mondo oltre 40 milioni di persone sono a livello di insicurezza alimentare di “crisi” o di “emergenza” e la situazione è in rapido peggioramento in 16 paesi in Africa.

Inoltre, i sistemi agroalimentari mondiali danno lavoro a 1 miliardo di persone, più di qualsiasi altro settore mentre, i sistemi alimentari a tutt’oggi producono oltre il 33% delle emissioni di gas serra antropogeniche a livello globale. Il cambiamento climatico colpisce le popolazioni rurali più povere, rovina i raccolti e la produttività, può minare la composizione delle sostanze nutritive dei principali alimenti di base, nonché a ridurre le proteine e alcune minerali e vitamine essenziali.

Uno tra gli scopi precisi dell’approccio di DREAM è quello di contrasto alla malnutrizione che in questi anni, ha suscitato un impegno consistente per contrastare il cattivo uso delle risorse naturali e per promuovere iniziative ecosostenibili volte a suscitare e ampliare una cultura ecologica che potrebbe fornire una maggiore stabilità.

In questa direzione si inserisce la realizzazione degli “orti di comunità” i cui protagonisti e beneficiari sono le persone con HIV seguite dal programma DREAM che, coadiuvate da esperti di agricoltura, recuperano le produzioni tradizionali e imparano nuove tecniche di coltivazione.

Nel 2017 presso il Centro Nutrizionale “Giovanni Paolo II” ha preso avvio il primo Orto di Comunità promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dal nome “The seeds of freedom garden” situato di fronte al centro nutrizionale di Sant’Egidio a Machinjiri.

In questa foto le lavoratrici hanno appena terminato un incontro di formazione che ha fornito loro nuovi strumenti per la conoscenza sulla biodiversità, sulla salute per la coltivazione dell’orto biologico e riguardo le tematiche per la protezione ambientale.

In questa foto l’orto “Angela Maria” di Kapeni (Malawi) situato in un’area periferica distante circa 30 chilometri dalla città di Blantyre, in cui lavorano 10 donne e ogni giorno diversi clienti vengono a comprare la verdura biologica in quanto l’orto è stato riconosciuto come di migliore gusto e qualità.

Inoltre una parte di orto del “Seeds of freedom garden” viene coltivata direttamente dai bambini del centro nutrizionale e gli ortaggi vengono usati dai cuochi de centro DREAM!

La realizzazione di questo orto nell’area di Machinjiri è stata una soluzione concreta e sostenibile per fronteggiare l’emergenza fame e le difficoltà economiche che hanno colpito numerose famiglie dell’area.

Entro la fine dell’anno il numero di chi si trova in situazione di povertà estrema raggiungerà la cifra record di 745 milioni, ossia 100 milioni in più rispetto a inizio pandemia (stima Oxfam su dati della Banca mondiale). Chi ne soffrirà di più saranno soprattutto donne, sfollati e chi ha un lavoro precario o informale e, complessivamente, le 2,7 miliardi di persone che non sono state aiutate dalle autorità del proprio paese in questo periodo di crisi sanitaria.

Il programma DREAM, da 20 anni, nelle sue strutture valorizza la biodiversità, con la coltivazione di frutta e vegetali locali in alternativa alle coltivazioni intensive di mais, permettendo di contrastare la vulnerabilità alimentare legata ai cambiamenti climatici.

 

NEWSLETTER

Mantieniti in contatto con DREAM

* Campo obbligatorio