Repubblica Centrafricana, la storia di Serge, dalle fake news a testimonial Pro vax nel suo taxi
“Sulla mia auto tutti possono vedere un piccolo cartoncino in cui c’è scritto: io mi sono fatto vaccinare…fallo anche tu!”
DREAM lavora da cinque anni in Repubblica Centrafricana e la drammatica situazione sanitaria rispecchia quella di un Paese che è stato a lungo in guerra. Il Programma forma e affianca il personale sanitario del luogo con l’obiettivo di creare una classe sanitaria in grado di gestire e lavorare autonomamente per il proprio Paese.
Dopo l’inizio, volto a curare l’HIV, ora le energie del Programma DREAM, si stanno concentrando sull’emergenza Covid pur continuando comunque a lavorare su altre patologie croniche, ad esempio l’epilessia infantile che vede i bambini discriminati e oggetto di continue violenze e abusi. L’esperienza ormai ventennale di DREAM ci ha insegnato che per curare le malattie non è sufficiente dare medicine, ma bisogna prima sgombrare il campo da tanti pregiudizi e credenze sulla malattia, realizzare prima un grande lavoro di informazione scientifica e di educazione alla salute per ottenere risultati efficaci.
Anche per il Covid, non è diverso, non si riesce ad attuare una campagna vaccinale di successo se non si realizza prima una larga attività di informazione e sensibilizzazione, esempio ne è la storia di Serge:
“Mi chiamo Serge, vivo a Bangui in Repubblica Centrafricana, come lavoro faccio l’autista di taxi da tanti anni.
La pandemia da Covid 19 è arrivata nel mio paese in aprile 2020, all’inizio ci era sembrata una malattia del nord del mondo, che non aveva molto a che fare con la nostra situazione africana ma, anche nel mio paese sono state subito attivate tutte le norme per la prevenzione e il distanziamento sociale.
Qui a Bangui i taxi erano collettivi, le persone pagavano un piccolo pedaggio e arrivavamo a trasportare anche più di 5 persone per volta. Con le restrizioni causate dalla pandemia invece si poteva trasportare solo una persona, per strada c’era pochissima gente e alla fine non lavoravo più. Anche mia moglie non ha potuto più esercitare il suo lavoro di vendita ambulante, per lo stesso motivo.
La situazione è divenuta molto pesante, ci sembrava che la malattia non circolasse nel nostro paese e ci chiedevamo se fosse peggio morire di Covid o di fame.
Quando abbiamo sentito dell’arrivo dei vaccini ho cominciato ad allarmarmi, ma ero anche molto diffidente.
Hanno iniziato a circolare voci e ipotesi varie sulla sicurezza dei vaccini, su cui infatti nessuno riponeva troppa fiducia, io per primo.
A Bangui i primi ad essere vaccinati sono stati i medici e gli infermieri nel maggio 2021. Il Primo Ministro ha anche fatto pubblicamente il vaccino per invogliarci a farlo ma io mi sono rifiutato!
Il Governo ha fatto delle campagne alla radio per cercare di sensibilizzare le persone, ma avevo sempre la percezione che la malattia da Covid non fosse un nostro problema, fino al giorno in cui mi sono recato al centro Dream Sant’Egidio per trasportare una persona che doveva andare a fare delle visite mediche. Come sempre ci siamo messi a parlare e mi ha detto che aveva la pressione alta e oltre alle cure per la sua malattia, gli avevano proposto anche la somministrazione del vaccino per prevenire il Covid.
Mi sono insospettito subito perché era tutto gratuito! Ecco, era la conferma che davvero volevano fare esperimenti su di noi africani. Ne è subito nata una discussione.
Arrivati alla Clinique Dream, il mio cliente, mi ha convinto a scendere con lui e ad ascoltare la spiegazione dell’infermiera, sui vaccini.
Non avevo previsto una cosa del genere ma ci siamo ritrovati in un gruppo di 30 persone a discutere e a fare domande a delle persone competenti e, finalmente, abbiamo potuto approfondire tanti aspetti che non conoscevamo.
È in quell’ occasione che ho capito che ero stato vittima di troppe fake news. Mi sono fatto coraggio e ho accettato di farmi vaccinare, non nego di aver avuto paura, solo dopo ho capito che non c’era ragione di preoccuparmi. Era settembre quando ho fatto la prima dose, a novembre quando ho fatto la seconda ho convinto tutta la mia famiglia a vaccinarsi.
Da allora nel taxi, mentre trasporto le persone, parliamo del vaccino e invito tutti a farlo senza timore.
Sulla mia auto tutti possono vedere un piccolo cartoncino in cui c’è scritto: io mi sono fatto vaccinare…fallo anche tu! e accompagno alla Clinique Dream chiunque si convince!”
Oggi il Programma DREAM sta contribuendo a vaccinare la popolazione nei paesi dove opera. L’attività messa in campo in Africa dagli operatori e attivisti DREAM interviene sul Covid a tutto tondo: dall’identificazione dei contagi alla cura dei casi gravi, fino alla vaccinazione. Proprio su quest’ultima si nutrono le maggiori speranze per poter arrestare a livello globale la corsa del Sars- Cov2 e la formazione di nuove varianti.
Articolo pubblicato sulla rivista l‘informatore di Unicoop, nell’ambito della campagna ‘Coop for Africa’ per favorire la vaccinazione e la lotta al Covid nel continente africano.