Si tratta di un impegno e di una sfida nuova nella consapevolezza che la lotta alla pandemia è possibile solo se la si affronta a livello globale, garantendo così le stesse opportunità di cura a tutti.

Dopo i corsi di formazione agli operatori locali e tutto il materiale occorrente che garantisce la conservazione e l’inoculazione del vaccino in sicurezza, oltre a somministrare i vaccini nei centri DREAM con spazi e personale dedicato, si sono create delle vere e proprie unità mobili, che raggiungono la popolazione più lontana e vulnerabile.

Con le unità mobili si arriva dovunque: nei mercati, nelle baraccopoli delle città, davanti alle università, ma anche nelle zone più rurali e isolate, nei campi degli sfollati, nelle povere case degli anziani e dei disabili, raggiungendo i più vulnerabili che da soli non avrebbero accesso ai vaccini.

Lo scorso 5 e il 6 marzo una unità mobile ha raggiunto il distretto di Chimbabava nella Provincia di Sofala, al centro del Paese dove la missione cattolica di Esmabama offre istruzione a migliaia di ragazzi e dove è presente DREAM nei tre Centri di Salute di riferimento di tutta una grande zona rurale.

Il viaggio è lungo, dopo un breve tratto di strada provinciale ci si inoltra in strade di terra battuta e pietre. Il secolare baobab ci accoglie a Mangunde, e subito si comprende che tutta l’area è colpita da una forte siccità, ormai sono circa 5 anni che i cambiamenti climatici si abbattono su questa zona, tutto peggiorato dopo il ciclone IDAI del marzo 2019. La siccità, le piogge sempre più scarse e saltuarie, la conseguente scarsità di raccolto lascia già da ora intendere che c’è scarsità alimentare che si trasformerà in fame.

Il direttore del Centro di Salute di Mangunde è anche il coordinatore DREAM, qui come a Estaquinha e Barada il Programma cura i malati di Aids che ricevono terapie, controlli e assistenza domiciliare.
DREAM nonostante le difficoltà oggettive di una zona così remota e isolata, è una eccellenza, si utilizzano i sistemi di raccolta dati per ricerche operative e per i controlli di qualità e di collegamento in rete. Si aggiornano le cartelle cliniche informatizzate, e si aspettano le 23:00 quell’ora al giorno di connessione internet per metterle in rete.

Si effettua l’assistenza domiciliare grazie agli attivisti i quali seguono pazienti che distano dal Centro anche 35 Km e quando i pazienti non stanno bene e non riescono a raggiungere il centro a piedi, camminando una intera notte, gli attivisti con la bicicletta trasportano il paziente su strade dissestate e piene di sassi fino al Centro, perché dicono DREAM “è salute e salvezza”.

I capi villaggi sono stati informati che domenica ci sarebbero state le vaccinazioni, c’è stato un vero e proprio tam tam e tanti tantissimi sono venuti a vaccinarsi. Hanno allestito un “hub vaccinale” nella parte più spaziosa e più fresca, sotto l’albero più grande, lì ci aspettano tutti in cerchio pronti ad ascoltare. Prima della vaccinazione e la registrazione con tutti i dati necessari, si fa una presentazione di cos’è il vaccino, perché è necessario, di eventuali effetti collaterali e si lascia spazio alle domande. Solo dopo si iniziano le vaccinazioni, prima gli anziani, poi le donne e alla fine gli uomini.

Alla fine tutti ringraziano, anche un po’ stupiti che da così lontano, addirittura da Roma sono venuti ad aiutare a fare le vaccinazioni, un luogo così isolato da tutto eppure come ha detto una anziana ”per voi di Sant’Egidio anche io sono importante”, l’unità mobile è stata ringraziata e salutata con canti e danze.

Grazie a Coop Italia che con la sua campagna di raccolta fondi #coopforafrica ha reso possibile tutto questo.

Foto di Tino Veneziano.