Controllo e cura completa dell’ipertensione e prevenzione delle sue complicanze al Centro DREAM di Kinshasa, nella zona di N’Sele
Descrizione progetto
Il progetto “controllo e cura completa dell’ipertensione e prevenzione delle sue complicanze al Centro DREAM di Kinshasa, nella zona di N’Sele” si inserisce nel contesto del miglioramento della sanità pubblica e dello sviluppo umano, focalizzandosi sulla prevenzione e la presa in carico dell’ipertensione e delle sue complicanze presso il Centre DREAM-Kinshasa. Il Programma DREAM rappresenta un modello integrato di gestione delle malattie croniche, in particolare HIV/AIDS, diabete, cancro del collo dell’utero ed epilessia, offrendo cure gratuite, accompagnamento alle cure e un forte coinvolgimento attivo del paziente.
Attualmente, il centro DREAM di Kinshasa segue oltre 3000 pazienti, tra cui circa 1711 persone sieropositive (con diverse comorbidità, incluse forme di ipertensione) e più di 900 pazienti con ipertensione, un numero in costante crescita. Questo aumento si inserisce in un contesto di trasformazioni socioeconomiche e culturali causate dalla globalizzazione, che ha modificato stili di vita e abitudini alimentari, contribuendo all’aumento delle malattie non trasmissibili. Secondo le previsioni, entro il 2025, i tre quarti degli ipertesi vivranno nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, l’OMS prevede che entro il 2030, i diabetici nel mondo saranno circa 438 milioni, con la maggioranza nei paesi in via di sviluppo.
Il progetto risponde a una serie di problematiche rilevate nella zona di N’sele, dove si sospetta una prevalenza elevata di ipertensione, sebbene le attuali informazioni si basino solo su dati ospedalieri e monocentrici. Inoltre, l’esperienza del centro DREAM come hub vaccinale anti-COVID ha evidenziato una scarsa sensibilizzazione e conoscenza della patologia, con molti pazienti che hanno appreso la loro condizione solo in occasione della misurazione della pressione prima del vaccino.
L’accesso limitato ai servizi sanitari, il costo dei farmaci, la distanza dai centri di cura e l’insufficiente presenza di personale sanitario formato sono tra le principali cause dell’inadeguata presa in carico. A ciò si aggiungono fattori di rischio modificabili, come cattiva alimentazione, sedentarietà, consumo eccessivo di alcol e fumo, nonché un generale deficit di educazione alla salute cardiovascolare.
Per rispondere a questi bisogni, il Centro DREAM-Kinshasa ha avviato un’unità dedicata alla gestione dell’ipertensione. Tuttavia, è necessario rafforzare questa iniziativa attraverso azioni mirate, come la formazione continua del personale, l’assicurazione della disponibilità di farmaci, l’espansione dei servizi per includere supporto dietetico, educazione sanitaria, consulenze sullo stile di vita e attività fisica.
Questo progetto è fondamentale per numerose ragioni. L’ipertensione è una delle principali cause di morbilità e mortalità nel mondo, e la sua incidenza è in crescita, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. È un fattore di rischio per gravi patologie croniche come ictus, infarti, insufficienza cardiaca e renale. Tuttavia, molte delle sue complicanze sono evitabili attraverso una diagnosi precoce, un trattamento adeguato e un monitoraggio costante, il che migliora significativamente la qualità della vita dei pazienti.
Adottare un approccio preventivo consente di intervenire sui fattori di rischio, migliorando la salute a lungo termine e riducendo le disuguaglianze nell’accesso alle cure, soprattutto tra le fasce vulnerabili della popolazione come le donne e le persone con HIV. Il progetto, dunque, non solo migliora la salute individuale, ma contribuisce anche al rafforzamento della salute pubblica.
Gli obiettivi specifici dell’iniziativa includono:
- aumentare la sensibilizzazione sulla prevenzione e gestione dell’ipertensione,
- diagnosticare precocemente i soggetti a rischio, offrire una presa in carico completa (inclusi farmaci, controlli regolari e consulenza sullo stile di vita),
- prevenire le complicanze cardiovascolari e
- rafforzare le competenze del personale sanitario.
I risultati attesi comprendono: il miglioramento della diagnosi precoce e del trattamento (3000 adulti sensibilizzati e sottoposti a screening, di cui 2/3 donne e 1/4 persone sieropositive), l’avvio di un trattamento farmacologico per almeno 350 pazienti, la formazione e aggiornamento del personale secondo le linee guida dell’OMS, e la creazione di programmi educativi regolari rivolti alla comunità.