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14
Set
2006
14 - Set - 2006



Dal “Messaggero di Sant’Antonio” luglio-agosto 2006

La strage degli innocenti
di Luigi Ciotti del Gruppo Abele

Nell’area subsahariana, circa 660 mila bambini hanno bisogno
di farmaci contro I’Aids, ma solo il 5 per cento di loro riesce a ottenerli,
perché i prezzi sono altissimi. Come i guadagni delle case farmaceutiche. E la strage continua.
 
Venticinque milioni di morti in venticinque anni. Sono le cifre della guer­ra dell’Aids che fa strage dal 1981. E l’Unaids, l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids, nel più recente rapporto, assicura che negli ultimi cinque anni ci sono stati importanti progressi nei Paesi maggiormente interessati. Eppure, l’Africa subsahariana, l’area più colpita, con quasi venticinque milioni di persone sieropositive (il 60 per cento del totale), continua ad avere un numero grandissimo di vittime. Per un motivo preciso: l’alto costo delle terapie antiretrovirali, che hanno consentito negli anni più recenti ai Paesi più ricchi di ridurre drasticamente il numero dei decessi. Nell’area subsahariana, invece, i bambini sotto i quindici anni che hanno bisogno di farmaci antiretrovirali sono circa 660 mila, ma solo il 5 per cento di loro riesce a ottenerli. Per la mancanza di cure preventive il 35 per cento dei bambini nati da madri sieropositive, è a sua volta contagiato, mentre nei Paesi occi­dentali il rischio è praticamente nullo.
Si pensi che la terapia, senza l’onere dei brevetti imposti dalle multinazionali, coste­rebbe 200 dollari l’anno, anziché gli attuali decimila, cifra impossibile in Paesi dove il reddito pro capite il più delle volte non ar­riva a mille dollari annui.
 
L’Aids è solo una parte del problema della salute negata. Secondo l’Or­ganizzazione mondiale della Sani­tà, ogni anno 15 milioni di persone – il 97 per cento delle quali vive nei Paesi po­veri – muoiono a causa di malattie infettive. La metà dei decessi è però provocata solo da cinque malattie – polmonite, tuberco­losi, malaria, diarrea, oltre all’Aids – che si potrebbero prevenire con adeguate cure, salvando così tante vite. Invece, nel Sud del mondo e nell’Europa dell’Est circa 2 miliardi di persone non hanno accesso alle cure adatte.
Fermare questa strage è «semplicemente» una questione di soldi. Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di salute fissati dalle Nazioni Unite con i Millennium Development Goals (gli Obiettivi di Svi­luppo del Millennio), sarebbero necessari 135 miliardi di dollari nel 2006, da portare a 195 entro il 2015.  E’ una cifra sostenibile: corrisponde infatti allo 0,44 per cento del Pil dei Paesi ricchi.
I profitti delle multinazionali farmaceutiche arrivano a 500 miliardi di dollari l’anno, vale a dire quasi la metà della spesa militare di tutto il mondo. Basterebbe tassare ade­guatamente questi enormi profitti, oppure imporre deroghe ai brevetti sui farmaci sal­vavita a favore dei Paesi poveri, per salvare milioni di vite.
 
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