HomeDREAMNapoli, Italia – Discorso di Paola Germano, della Comunità di Sant’Egidio, coordinatrice del Programma DREAM, al panel su “L’AIDS, una sfida che si può vincere”, tenutosi nel corso dell’Incontro Internazionale di Napoli “Per un mondo senza violenza. Religioni e culture in dialogo”
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Ott
2007
22 - Ott - 2007



La Comunità di Sant’Egidio ha sempre creduto che combattere le differenti forme di povertà è combattere la violenza che questa genera e quindi creare le condizioni per la pace. Per questo ha raccolto la sfida a questa terribile pandemia alla fine degli anni 90 in un panorama internazionale piuttosto pessimista e ha creduto che fosse possibile vincere questa sfida in Africa.
E’ in questo contesto che nasce il programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition) disegnato e condotto dalla Comunità di Sant’Egidio proprio per contrastare l’AIDS in territorio africano. DREAM si è proposto di impiantare e rendere possibile non solo la terapia antiretrovirale, ma anche tutto il complesso di misure e interventi che possono renderla possibile ed efficace: educazione alla salute dei pazienti, sostegno nutrizionale, diagnostica avanzata, formazione del personale. Vorrei evidenziare il fatto che è tutto il sistema che deve funzionare intorno al paziente perché la cura abbia successo, per vincere la nostra battaglia contro la malattia.
DREAM nasce nel 2002 in Mozambico, ma ad oggi è presente in dieci paesi africani, oltre il Mozambico, è in Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, Guinea-Bissau, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Camerun e Angola. Circa 40mila sono le persone sieropositive assistite gratuitamente nei 24 day-hospital sparsi nei vari paesi. Sono 12 i laboratori di biologia molecolare impiantati, circa 4mila i bambini nati sani e senza AIDS da madre sieropositiva, 11 i corsi di formazione panafricani effettuati per circa 2500 professionisti della salute. Queste cifre dimostrano bene come l’AIDS non è invincibile. E’ possibile batterlo. E’ possibile far vincere la vita. Questi cinque anni d’impegno in questa battaglia ci hanno sempre più convinto che scorciatoie e riduzioni del golden standard della terapia e della diagnostica così come individuati in occidente, condurranno a reali problemi d’equità, ridotta efficacia, sia in termini curativi che preventivi, ed elevato rischio d’insorgenza di resistenze. Trattare quanti più pazienti possibile e trattarli bene, appare ancora oggi la scelta più saggia e persino economicamente più proficua. Diffondere il trattamento genera ulteriori positivi effetti.
Siamo convinti che il diritto alla terapia, è un fondamentale diritto umano e non può e non deve subire sconti e riduzioni. Se non lo accettiamo nella sua integrità, finiremo, di fatto, per respingerlo.
Quali i punti di forza di questo Programma? Uno su tutti, lavorare insieme, essere tanti. Persone del nord e del sud del mondo, specialisti e pazienti, laici e religiosi, volontari e professionisti, implementatori e donatori, governi e NGO. Questa unità è la forza di DREAM: ognuno ha il suo posto e il suo lavoro da fare davanti a questa terribile pandemia. In questa drammatica battaglia contro il virus nessuno è inutile, nessuno è marginale. Le nostre parole chiave restano unità, partecipazione, partnership, solidarietà e fiducia.
Ma permettetemi anche di dire che il segreto del successo di DREAM è nel fatto di essere un programma con una sua anima. DREAM è radicato in valori spirituali ed umani. La prospettiva di DREAM è strettamente legata a quella di Sant’Egidio, lavorare per un nuovo mondo e per il nostro tempo, sentendo la responsabilità di costruire con audacia e pazienza nuove strade di collaborazione, partnership, che rappresentino una risposta concreta e fattibile ad un problema grande. E’ quest’anima, che ha permesso al Programma DREAM di div

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