HomeDREAMNapoli, Italia – Discorso di Ines Zimba, medico, coordinatrice del centro DREAM di Benfica (Maputo), alla cerimonia di inaugurazione dell’Incontro Internazionale di Napoli “Per un mondo senza violenza. Religioni e culture in dialogo”, 21 ottobre 2007
20
Ott
2007
20 - Ott - 2007



Santità,
Signori Presidenti,
Signor Cardinale Sepe,
Caro prof. Andrea Riccardi,
Carissima Signora Guebuza,
Signore e signori,
Sono molto onorata e felice di partecipare a questo grande incontro di preghiera per la pace. Vengo dal Mozambico, un paese che ha trovato la pace dopo una lunga e sanguinosa guerra, il 4 ottobre del 1992. Quindici anni fa!
Ho conosciuto la guerra mentre ero medico in un ospedale del nord del paese negli anni tra il 1984 e il 1991. Ricordo con profonda tristezza i molti feriti che arrivavano ogni giorno in ospedale: c’erano bambini che avevano perduto i genitori, migliaia di profughi, gente che non aveva più nulla se non fame, miseria, umiliazione e le malattie infettive tra cui l’AIDS. Era una situazione disperata per me e per il popolo cui appartengo.
Ho seguito con trepidazione lo svolgersi delle trattative di pace a Roma condotte dalla Comunità di Sant’Egidio ed è stato con profonda commozione che ho ricevuto la notizia della firma dell’Accordo Generale di Pace a Roma, a cui ha dato un forte contributo anche il nostro attuale Presidente, Armando Emilio Guebuza, insieme a don Matteo Zuppi e il prof. Riccardi.

Ricordo bene quel momento: fu un’esplosione di gioia, una liberazione per tutto il paese, era come se improvvisamente ci venissero dati altri occhi per guardare al futuro del Mozambico, della nostra vita, della vita dei nostri figli. La gente scese in piazza quasi incredula, si fece festa per giorni, il miracolo era avvenuto, grazie anche alla pazienza e alla tenacia della Comunità di Sant’Egidio. A nome di tutti i mozambicani vi dico grazie, di cuore, grazie!
Oggi, è vero, il Mozambico ha un altro grave problema: la pandemia dell’AIDS ha cominciato ad assumere proporzioni allarmanti. Su una popolazione di 18 milioni di abitanti il 17% è sieropositivo. Come medico ho vissuto la frustrazione di comunicare la diagnosi di sieropositività che equivale, ancora per molti, ad una sentenza di morte. Ma anche qui la Comunità è stata vicina al nostro Paese. Ha spiegato e provato che è possibile guarire vincendo la rassegnazione e ha introdotto la cura per l’AIDS con il programma DREAM. Da allora in Mozambico sono nati tremila bambini sani da madri sieropositive e ben 22 mila malati vengono curati, hanno nuovamente un futuro. Sì, il programma DREAM è davvero una grande speranza per l’Africa. E’ la buona notizia che giunge a tanti: è la vita che rinasce.

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