HomeDREAMMasanga, Tanzania – Missione esplorativa DREAM nel nord del paese
06
Ago
2008
06 - Ago - 2008



Una missione DREAM si è recata a fine luglio a Masanga (regione di Mara), nell’estremo nord della Tanzania, ai confini con il Kenya ed il Lago Vittoria. 

Si voleva rispondere alla richiesta partita dalle Figlie della Carità che vivono e lavorano in quel villaggio, per verificare la possibilità di una collaborazione tra il locale dispensario ed il centro DREAM attivo ad Arusha (località di Usa River). 

Le Figlie della Carità vorrebbero infatti incrementare le attività del loro piccolo ospedale, costruendo una nuova maternità ed avviando anche a Masanga, tanto la cura con i farmaci antiretrovirali, quanto la prevenzione materno-infantile della trasmissione del virus HIV secondo i protocolli DREAM.
 
Le Vincenziane sono a Masanga solo da qualche anno, avendo risposto all’appello del vescovo di Musoma che desiderava far nascere una missione in un’area così remota, ma il loro impegno ha già cambiato il volto di quel villaggio lontano da tutto. Una scuola, un centro di formazione professionale, il piccolo ospedale, stanno offrendo una speranza ed un sollievo concreto ad una popolazione povera ed isolata, che lamenta spesso il proprio abbandono da parte delle istituzioni. 

Da Arusha si giunge a Masanga solo attraversando il grande sistema dei parchi naturali che comprende il cratere di Ngorongoro e l’immensa piana del Serengeti. 

La regione di Mara è molto povera e praticamente isolata dal resto del paese proprio a causa della grande difficoltà di attraversamento dell’enorme distesa dei parchi (una macchina, causa la carenza di distributori, deve portare con sé diverse taniche piene di benzina se vuole raggiungere Arusha dal Lago Vittoria o viceversa). 

Entrati nel distretto di cui fa parte Masanga si rimane colpiti dalla bellezza del paesaggio, verde, dolce, collinare, ma anche dalla povertà, dall’isolamento, dall’arretratezza in cui vivono molti dei suoi abitanti. Le piccole capanne di fango con i tetti di paglia sono la norma più che l’eccezione. 

A Masanga, poi, non c’è allaccio con la rete di distribuzione elettrica (la missione si alimenta con l’energia solare), non c’è acqua (l’unica acqua disponibile è quella piovana), ed è spesso difficile connettersi alla rete telefonica cellulare. 

Il lavoro svolto dalle Figlie della Carità ha iniziato a cambiare in meglio la vita della gente. L’ospedaletto da loro gestito è piccolo, ma molto funzionale, con un sistema di turnazione che copre l’intero arco della settimana permettendo alla struttura di essere sempre aperta. C’è anche una piccola ambulanza per portare i malati più gravi a Tarime, l’ospedale statale più vicino (un’ora di macchina). 

Le Vincenziane di Masanga, sr. Jacqueline in particolare, conoscono DREAM bene e da diverso tempo, essendo parte di una congregazione che già in Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Nigeria, ha iniziato a collaborare con la Comunità di Sant’Egidio. 

Ecco, allora, l’idea di stabilire anche nel nord della Tanzania un collegamento con DREAM, nel quadro dell’accordo già esistente tra le Figlie della Carità e Sant’Egidio. Il piccolo ospedale di Masanga potrebbe diventare un centro satellite del centro DREAM di Arusha, utilizzandone il laboratorio per tutta la diagnostica relativa alla cura dell’AIDS. 

Questa richiesta che parte da Masanga potrà aprire ad una maggiore dimensione nazionale la presenza di DREAM nel paese. Al tempo stesso è’ il segno che c’è un bisogno cui rispondere di più, che c’è un isolamento da sconfiggere maggiormente. Ed il lavoro di DREAM può curare e guarire, come anche può avvicinare le aree più remote. 

Del resto questo è vero non soltanto per il nord della Tanzania. La prossima apertura del nuovo centro DREAM di Iringa, prevista per l’autunno, allargherà anche al centro-sud del paese il raggio d’azione di questo sogno che vuole sconfiggere l’AIDS.
 
Ad Arusha, ad Iringa, a Masanga ed altrove DREAM sogna di accrescere la propria presenza in Tanzania, di incidere sempre più positivamente sulla vita dei Tanzaniani, di costruire insieme a loro un mondo più umano, più vicino, più unito.

 

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