HomeDREAMDiscorso di Dofa Namagowa, attivista DREAM a Blantyre, all’inaugurazione del XIV Corso di formazione panafricano del Programma
25
Feb
2009
25 - Feb - 2009



Mi chiamo Dofa Namagowa. Ho incontrato DREAM nel novembre 2006, quando ero incinta di tre mesi. Ero appena risultata positiva al test per l’HIV, una notizia che era giunta per me assolutamente inaspettata: non ero mai stata malata e non avevo mai sospettato di essere sieropositiva. I counselors di DREAM mi hanno spiegato in modo amichevole che tutto ciò non significava la fine della mia vita e che ero comunque fortunata perché al centro DREAM mi sarebbe stato offerto tutto il trattamento di cui un malato di AIDS poteva avere bisogno.

Al primo appuntamento per le analisi del sangue i medici mi hanno detto che i miei CD4 erano davvero pochi, e che al contrario la mia carica virale era molto alta. Mi hanno detto anche che avrei dovuto iniziare immediatamente un trattamento antiretrovirale, soprattutto per proteggere la vita del bambino che portavo in grembo, per far sì che non si infettasse.
Il 25 maggio 2007 ho dato alla luce una bambina. L’ho allattata per sei mesi, così come prescrive il protocollo DREAM, e poi ho continuato ad andare con mia figlia al check-up mensile. Il tutto per 18 mesi. Bene, la buona notizia è stata che quando mia figlia ha fatto il test di controllo, quello definitivo, che si fa ai 18 mesi, lei è risultata negativa! Io ringrazio DREAM, perché senza il suo aiuto io e la mia bambina saremmo morti. DREAM è stato per me come una madre.

Per tutte queste ragioni mi sono offerta volontariamente per essere un’attivista del Programma, una di coloro che fanno da “occhi” per DREAM, una di coloro che guardano a coloro che sono stati infettati dal virus. Ho vissuto personalmente l’esperienza dolorosa di essere sieropositivi. E, sinceramente parlando, è davvero doloroso quando qualcuno scopre il suo status di malato. C’è stigma e discriminazione nel nostro paese, in Malawi.

Perciò io faccio da occhi, mani e gambe per i miei amici e compagni di malattia che hanno bisogno del mio aiuto. Il Malawi ha una grande popolazione di madri e bambini sieropositivi. Per me è un grande dolore quando guardo dei bambini innocenti dei quali non si ha idea di come abbiano contratto il virus. Quei bambini che piangono continuamente, rifiutano cibo e trattamento, vivono in una estrema povertà. Appunto per questo mi sono dedicata al programma PMTCT (Prevention of mother to child transmission) attraverso il quale voglio combattere insieme a DREAM perché tutte le madri che sono incinte possano partorire dei bambini liberi dal virus dell’HIV.

Io ho ricevuto una formazione apposita come VCT counselor dal governo e ora aiuto le donne incinte a Chirimba, Machinjiri e Chileka. Quando risultano positive al test do loro il mio esempio, offro loro il mio caso come motivo di speranza. Spiego loro che DREAM è un aiuto per i poveri e per i ricchi e che il nostro day hospital è totalmente gratuito. Io non ho pagato nulla.
 

Sono anche impegnata nell’educazione sanitaria, in particolare nell’ambito del servizio prenatale, laddove la gente, sino ad ora, ancora non crede che l’AIDS possa essere bloccato. E promuovo delle campagne di consapevolezza perché la vita di chi è malato e debole possa essere rispettata e difesa
 

Noi in Africa stiamo morendo, ma Dio ha detto ‘basta!’ a tutto questo, per tramite della Comunità di Sant’Egidio. Noi qui oggi siamo come i frutti di ciò che la Comunità ha piantato in Africa.
 

Con questa mia breve testimonianza sono molto felice di poter condividere con tutti voi quello che sta facendo la Comunità madre di Sant’Egidio in Africa. Continuiamo a pregare per la pace, l’amore, la gioia e l’unità in Africa ed in tutti gli altri continenti.
 

Ringrazio Dio per aver ricostituito in me il dono della vita. Dio ne è più che capace.
 

Grazie 
 

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