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Si muovono i primi passi per un futuro centro DREAM nella capitale congolese
30
Mar
2009
30 - Mar - 2009



Il vecchio soprannome era Kin “la belle”. Bella per i giardini, i larghi viali, le ville, la vista sul fiume Congo, e soprattutto per la gioiosa vita notturna, animata dalle note della rumba congolese anni ’60, una scuola melodica capace di irradiarsi velocemente in tutta l’Africa centromeridionale e di influenzarne sino ad oggi l’espressione musicale (sicché tutta questa parte del continente ha imparato a dire Bolingo nalingi yo, in lingala, per dire “amore ti amo”).

Non è facile oggigiorno ritrovare traccia di questa bellezza a Kinshasa. 

Nel corso degli ultimi decenni ondate di emigranti dall’immensa provincia congolese e poi di profughi si sono riversate nella capitale, nella speranza di trovare lavoro, servizi decenti, una vita meno isolata ed insicura.

Il numero degli abitanti di Kinshasa si aggira attualmente intorno ai dieci milioni.

Ma cosa vuol dire vivere in una città come questa?

Le strade sono piene di buche, perennemente intasate, insufficienti ad accogliere le centinaia di migliaia di auto, pulmini, camion, di mezzi di trasporto di ogni genere che circolano in una nube di polvere e di smog.

Il fitto intrico di casette è solo in parte raggiunto dall’acqua corrente, o servito dalle fogne.

A fatica l’energia elettrica si fa strada nei quartieri, perennemente in ritardo rispetto alla crescita della metropoli.

Non sempre i genitori riescono a garantire ai propri figli un livello di scolarità elementare, né l’accesso ai servizi sanitari.

Tutto dovrebbe essere gratuito, ma tutto è a pagamento, visto che professori e operatori sanitari vantano diversi mesi di stipendio non corrisposti da parte dello stato. In mancanza di meglio ci si rivale allora sui concittadini, sugli utenti dei servizi.

“La vita è difficile, è dura”. E’ un Leitmotiv parlando con la gente. Chi può se debrouille, si arrangia; chi non può è preso da un circolo perverso che lo porta sempre più in basso. E per i bambini è ancora più difficile: a Kinshasa il numero di piccoli che vivono per strada è incalcolabile, e tutti sono esposti alla violenza e ai pericoli del vivere senza un riparo e riferimenti.

In un contesto del genere le buone notizie hanno un valore più grande. Sono la risposta ad una domanda muta, ad un’invocazione inespressa, al desiderio fortissimo nei congolesi di poter vivere segni e spazi che confutino il diffuso sentimento di decadenza.

C’è un orgoglio congolese, infatti, che si coglie tra la gente, e che si fa dignità, discorso alto ed elevato, rifiuto di ogni resa, consapevolezza delle proprie potenzialità. Che si esprime nella vivacità del vissuto quotidiano, nella musica, nella gioia di vivere nonostante tutto. Che si manifesta nella forza con cui si fa fronte alle difficoltà, nonché nella voglia di veder riaccendersi la speranza.

Ecco allora che l’acquisto del vasto terreno su cui sorgeranno un centro di prevenzione e trattamento ed un laboratorio di biologia molecolare DREAM anche a Kinshasa (la zona prescelta è quella di Bibwa, una zona periferica, ma non troppo, facilmente raggiungibile dalle grandi zone popolari della città) ha destato l’entusiasmo di tanti, offerte e proposte di collaborazione.

L’accordo firmato a novembre scorso tra le Suore dell’Immacolata Concezione e DREAM per la gestione del futuro centro di Kinshasa è stato un momento di gioia grande, di fiducia nella resurrezione del Congo.

La congregazione aveva deciso già durante il proprio ultimo capitolo generale di affrontare il problema AIDS nella capitale congolese, ma erano sorte tante, troppe, difficoltà.

 

 

L’incontro con DREAM, la sintonia con chi già da tempo ha trovato una strada originale ed efficace per rispondere al bisogno di tanti malati, si sono rivelati un’occasione felice per realizzare finalmente i propri progetti. 

 La determinazione delle suore e la speranza suscitata da DREAM vanno avanti dunque di pari passo, per rendere di nuovo bella la vita che si vive a Kinshasa, per disegnare un futuro migliore di ogni nostalgia del passato per la capitale congolese e per tutto il paese.

 

 

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