Torna “Trenta Ore per la Vita”…
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dal 20 al 26 aprile
Da qualche parte in Africa, forse in Mozambico, o in Malawi, otto anni dopo l’inizio del terzo millennio… Un bambino – o una bambina, non sappiamo – e’ nato da appena un’ora.
Una vita che nasce, la gioia di chi le sta attorno… ma anche la preoccupazione.
Perche’ in Africa tanti – troppi – bambini convivono, fin gia’ dalla loro prima ora di vita, con il virus dell’AIDS.
Nel 2008 “Trenta Ore per la Vita” ha effettuato una forte campagna di sensibilizzazione a favore del programma DREAM e della sua azione di prevenzione materno-infantile.
Una vita, … due vite, …tante vite di bambini, ben 8.602, sono state e saranno liberate dall’AIDS grazie alla generosita’ di coloro che hanno scelto di aiutare DREAM.
La vita di Francisco, bambino mozambicano, e’ stata liberata dall’incubo AIDS, …ma anche quella di Marta, una bambina, sempre mozambicana, …o quella di Mawa, che vive a Conakry, … o, ancora, quella di Cody, bambino malawiano, …o quella di Emily, bambina tanzaniana… e tanti altri.
Questi bambini si aggiungono ai circa 4.850 nati sani da quando ha avuto inizio il programma di prevenzione verticale di DREAM.
Racconta Veronica, donna mozambicana di 40 anni, sieropositiva “ Quando e’ arrivato il momento di conoscere il risultato del test HIV, avevo molta paura. L’infermiera ha cominciato a parlarmi e a poco a poco mi ha detto che ero sieropositiva. Ma mi ha anche spiegato che la mia non era una condanna a morte, come in Mozambico tutti pensano e come anch’io pensavo a quel tempo.
Di piu’: mi ha detto che se mi fossi curata la mia bambina, che sarebbe dovuta nascere di la’ a qualche mese, non avrebbe avuto la malattia, sarebbe nata sana …Non e’ stato facile accettare di essere malata. Cosa dire alla mia famiglia? Quale sarebbe stato il mio futuro? Dentro di me dicevo: “Moriro’, e i miei figli con chi resteranno? I miei bambini non avranno l’amore di una madre”. Mentre pensavo questo continuavo a piangere. Ho pianto molto quel giorno e ho continuato a piangere per piu’ di un mese. Poi, pian piano, gli amici di DREAM mi hanno dato forza ed ho deciso di fidarmi. Ho pensato che dovevo aggrapparmi a quel che mi avevano detto, alla promessa di DREAM che tutto sarebbe andato bene, per me e per il bambino che doveva nascere …Ho cominciato la cura. Non sono mai mancata a una visita e non mi sono mai dimenticata di prendere le medicine.
E’ arrivato il giorno del parto ed ho avuto una bambina… La bambina cresceva bene e in buona salute. A dieci mesi ha cominciato a stare in piedi e a 18 mesi ha fatto il test: il risultato e’ stato negativo! Per me e’ stata una grande gioia, un’immensa gioia. Io, una madre sieropositiva, avevo generato una figlia sieronegativa… Ho cominciato a saltare di gioia e mi sono messa a incoraggiare ancora piu’ gli altri pazienti: se io ero riuscita a salvare la vita di mia figlia, anche le altre madri potevano salvarsi e salvare la vita dei loro bambini. Avevo visto che era possibile, che era la verita’. Io, proprio io, avevo avuto una bambina sana! ”
La figlia di Veronica, questa bambina mozambicana nata sana da una madre sieropositiva, non e’ l’unica.
Questa storia e’ simile a quella di tante altre donne aiutate da DREAM. I loro figli sono anche figli di DREAM. Figli di chi ha voluto sostenerli, anche se da lontano, con un piccolo aiuto che ha salvato la loro vita.
Grazie ai tanti che hanno risposto all’appello di Trenta Ore per la Vita abbiamo reso possibile il miracolo di migliaia di bambini nati sani da madre sieropositiva.
ORA DEVONO VIVERE E CRESCERE
Proprio per questo Lorella Cuccarini è in Africa in visita ad alcuni centri Dream della Comunità di S. Egidio.
Il viaggio, che la porterà dal Mozambico al Malawi, ha lo scopo sia di realizzare una “rendicontazione visiva” di quello che è stato il risultato dell’edizione 2008 di "Trenta Ore per la Vita" sia quello di presentare l’obiettivo di quest’anno, attraverso la realizzazione di filmati che verranno poi presentati sulle reti RAI nell’imminente edizione.
Il viaggio ha avuto come prima tappa il centro DREAM di Maputo, in Mozambico, dove Lorella è andata personalmente a conoscere alcuni di quei bambini che nell’ultimo anno sono nati sani da madri sieropositive, grazie alla generosità mostrata dagli Italiani nell’edizione 2008.
La seconda tappa sarà il centro DREAM di Blantyre, in Malawi, un Paese dove è evidente il problema della malnutrizione; questo è il luogo scelto per lanciare la campagna di Trenta Ore per la Vita 2009.
I bambini che nascono sani hanno bisogno di un’adeguata alimentazione per poter continuare a vivere e così crescere senza AIDS: Lorella racconterà attraverso dei video le storie di alcuni di loro.
La Campagna 2009 sul sito di Trenta Ore per la Vita
L’intento di quest’anno è , quindi, quello di provvedere, all’acquisto di “Kit della vita”, del valore ciascuno di 300 euro, costituito da integrazione nutrizionale, farmaci ed esami di laboratorio necessari per ogni bambino seguito fino al diciottesimo mese di vita. Questo è l’importo che, una volta raccolto, garantirà ad ogni bambino nato da madre sieropositiva di crescere e vivere senza AIDS.
Come aiutare
c.c. postale 571.000
c/c 30303030 UniCredit Banca di Roma
(IBAN IT 96 O 03002 03270 000030303030)
entrambi intestati: Associazione Trenta Ore per la Vita onlus
Carte di credito: Numero verde 800-33.22.11
SMS: Dal 15 aprile al 4 maggio sarà attivo il numero 48549 al quale inviare un SMS (donazione di 2 euro) dai cellulari TIM, VODAFONE, WIND, 3 e COOP VOCE.
Chiamando lo stesso numero 48549 da telefoni fissi TELECOM ITALIA e FASTWEB sarà possibile donare 2 o 5 euro a scelta.
Trenta Ore per la Vita, Edizione 2008 in TV
DOMENICA IN
Grande spazio è stato dato all’interno della trasmissione di Pippo Baudo, a Lorella Cuccarini che ha descritto l’impegno dell’Associazione Trenta Ore per
la Vita per il programma DREAM. Lorella ha duettato con Mietta, Paolo Meneguzzi e Mario Venuti. Con Domenica In si è conclusa la settimana di
sensibilizzazione sulle reti RAI.
LA VITA IN DIRETTA
Ospiti di Michele Cucuzza, Matilde Brandi, Lorella Cuccarini e Samantha De Grenet hanno presentato il “programma DREAM”.
PIU’ SANI PIU’ BELLI
Rosanna Lambertucci e Angela Melillo hanno raccontato l’importanza di DREAM per le mamme sieropositive.
STORIE
Nel corso del programma “Storie” di Corrado Augias è stata raggiunta la quota di 1.739 bambini salvati.
TG1 e TG2
I principali telegiornali hanno illustrato la campagna ed esposto le varie modalità di donazione.
UNO MATTINA
Luca Giurato ed Eleonora Daniele insieme a Lorella Cuccarini hanno dato ampio spazio alle finalità della raccolta fondi.
Il programma DREAM
L’AIDS rappresenta oggi un problema soprattutto africano. Due terzi dei malati e degli infetti di tutto il mondo (piu’ di 20 milioni) risiedono in quel continente.
Le tante madri sieropositive possono involontariamente trasmettere il virus ai propri figli, durante la gravidanza, al momento del parto, con l’allattamento.
Il programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition), della Comunita’ di Sant’Egidio, vuole contribuire a salvare i bambini del continente mediante un’azione di prevenzione della trasmissione materno-infantile del virus HIV Il programma e’ figlio di un sogno. Di qui il nome. Il sogno di contrastare in modo nuovo e piu‘ efficace l’epidemia di AIDS nel continente africano. Il sogno di fare giustizia tra Nord e Sud del mondo.
DREAM ha scelto di mettere la prevenzione al centro dei propri sforzi. E’ una scelta per il futuro dell’Africa, per far si’ che nasca una generazione di bambini libera dall’AIDS.
Nei centri DREAM, infatti, cosi’ come avviene nel Nord del mondo, la somministrazione di farmaci antiretrovirali alla gestante abbatte in maniera talmente rapida e significativa la quantita‘ di virus nel sangue materno da evitare che esso si trasmetta al bambino.
Il bambino nasce sano, allora, senza il virus. E puo’ addirittura nutrirsi con il latte materno, reso assolutamente sicuro dalla terapia antiretrovirale.
Una monitoraggio continuo accompagna il bambino nei primi 18 mesi di vita. Finche’ il test certifica senza alcuna ombra di dubbio che il virus HIV non e’ presente nel suo sangue. Anche le mamme proseguono i controlli e le cure dopo il parto.
L’obiettivo di DREAM, infatti, non e’ soltanto quello di far nascere un bambino libero dall’AIDS, ma anche quello di mantenerlo sano.
Per questo va curata, tutelata e salvata anche la vita della madre. La sopravvivenza della madre fa la differenza per un bambino, in Africa e ovunque.
La famiglia, soprattutto in Africa, dipende dalle donne. La societa’ “regge” grazie all’impegno ed al lavoro delle donne.
Con una madre accanto le nuove generazioni sono protette, curate ed accompagnate, possono incamminarsi con piu‘ fiducia verso un futuro diverso.
Oggi in Africa con il programma DREAM questa é una realtà.
La gioia e la felicità di queste madri quando, al 18mo mese di vita dei bambini, si fa l’ultimo test che toglie ogni dubbio, è il ringraziamento piu’ importante per il nostro impegno contro l’AIDS in Africa.
(Foto di DREAM / SANT’EGIDIO e di Gianmarco Chieregato)