HomeDREAMMererani, Tanzania – Al centro DREAM di Usa River giungono richieste di collaborazione ed aiuto
26
Mar
2009
26 - Mar - 2009



Il centro DREAM di Usa River, situato com’è lungo una strada a scorrimento veloce, nel mezzo di una zona a densità abitativa piuttosto alta, ha tutti i requisiti per diventare il centro di riferimento DREAM per tutto il nord della Tanzania, uscendo da dimensioni e orizzonti più ristretti.

Non mancano del resto già oggi le richieste di aiuto e collegamento che altri ospedali, centri di salute e dispensari della zona – soprattutto diocesani – formulano nei confronti di Usa River, in particolare per quel che riguarda la diagnostica.

Una domanda particolarmente esplicita – di cui si è dato conto su questo stesso sito – è quella che è giunta dal centro di salute vincenziano di Masanga, nelle regione di Mara, non lontano dal lago Vittoria. Un’altra richiesta di aiuto è quella che è partita da Mererani, un piccolo ed isolato centro minerario alle spalle dell’aeroporto Kilimanjaro.

Mererani è sorta praticamente nel deserto, all’inizio di quella steppa arida e desolata (la steppa Masai) che si estende per centinaia di km a sud della catena montuosa di origine vulcanica che costituisce il nord della Tanzania. E’ un insediamento nato per dare alloggio ai minatori che si erano riversati nell’area per lavorare nella grande miniera di tanzanite ivi esistente (l’unica miniera al mondo di tale pietra preziosa che appunto dalla Tanzania prende il nome).

Sono ben presto sorti in città dei piccoli esercizi commerciali per rifornire i minatori e le famiglie dell’occorrente per vivere. Ma tutto deve per forza venire dall’esterno, attraverso un paio di strade di accesso, anche l’acqua, e poi il cibo, i vestiti, gli utensili, etc.. La piana intorno a Mererani, infatti, non produce assolutamente nulla, non piovendovi che in occasioni rarissime. Non è possibile dunque coltivarvi banani o mais, come ad appena qualche decina di km di distanza, né gestire un sia pur piccolo allevamento. Ecco allora che sono i rifornimenti a tenere in vita la cittadina, e ad un costo sempre maggiore man mano che il prezzo della benzina è aumentato.

Mererani ha l’aspetto della classica città mineraria da film western, color polvere, secca. L’acqua è un bene prezioso, che arriva in enormi polytank da 1000, 2000, 5000 litri. E’ acqua di fiume, o anche piovana, che forse in città non si berrebbe, ma che a Mererani è più che ben accetta, anche se non costa molto poco, 25 scellini al litro. Se si pensa che lo stipendio medio in Tanzania è di 200.000 scellini (120 euro), e che dell’acqua – oltre che per berla – se ne ha bisogno anche per lavarsi, lavare i vestiti ed altro, cucinare, etc., si può avere un’idea del peso di un bene che in Occidente non ha quasi costo sul budget di una famiglia media di Mererani.

Ma, a parte tali considerazioni, quel che è peggio è che – a detta di chi conosce bene Mererani e per questo si è rivolto a DREAM per chiedere sostegno e collaborazione – la zona è molto colpita dall’AIDS, sia per la presenza poco organizzata e molto maschile dei lavoratori nella miniera, sia per l’organizzazione sociale poligamica.

 

Spesso i dispensari della zona non riescono ad attrezzarsi in maniera efficace per la cura dei malati e per i pazienti stessi è troppo impegnativo ed oneroso affrontare il viaggio fino agli ospedali di Arusha o Moshi. Ed è anche questo che la gente lamenta, deprecando il proprio isolamento. Gli abitanti di Mererani chiedono invece di poter ritrovare fiducia e speranza, di poter intravedere di nuovo, per loro stessi e per i loro cari, un presente e un futuro.

DREAM ha scelto di ascoltare la richiesta che saliva da Mererani. Un collegamento con Usa River ha iniziato a stabilirsi, è stata avviata una procedura di screening, e da qualche settimana sono alcune decine i pazienti della cittadina in cura presso il centro DREAM. A volte sono i pazienti stessi a muoversi verso Usa River, altre volte sono gli operatori del centro a recarsi per un giorno intero a Mererani. Ed anche qualche attivista ha cominciato ad aiutare in loco.

E’ un lavoro che continuerà, in modo da venire incontro al maggior numero possibile di abitanti della zona. Sarà una risposta concreta ed importante da dare ad una popolazione che si è sentita lontana da tutto e da tutti, abbandonata al proprio destino di isolamento e di malattia.
 

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