Side event di DREAM a Ginevra: un modello efficace per la lotta allHIV/AIDS in Africa
Il Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio è presente alla 66ª sessione dell’Assemblea Mondiale della Sanità che si è aperta il 20 maggio a Ginevra, Svizzera.
Nel discorso d’apertura, il Direttore Generale dell’OMS, Dr.ssa Margaret Chan ha osservato che il mondo si trova ad affrontare tempi difficili, tra crisi economica, la precarietà del lavoro, conflitti armati e un gran numero di persone che vivono ai margini, temendo per la loro vita . "In questi tempi difficili, la salute pubblica appare sempre più come un rifugio, un porto sicuro di speranza che permette, e ispira, tutti i paesi a lavorare insieme per il bene dell'umanità", ha sottolineato la dott.ssa Chan.
In questi anni, la piaga dell’HIV/AIDS sta colpendo duramente quello che dovrebbe essere “il porto sicuro e di speranza” anche per tanti africani. Nel 2012, proprio a Ginevra, il programma DREAM aveva voluto affrontare il problema della prevenzione materno-infantile e della mortalità materna legate al virus dell’HIV, individuando nella gravidanza un criterio sufficiente per iniziare la terapia antiretrovirale nelle donne HIV+ e dimostrando come questo approccio sia praticabile ed efficace, non solo per ridurre il tasso di trasmissione verticale, ma anche per salvare la vita alle madri e garantire in questo modo un futuro a madri e bambini.
Nell’arco di un anno, sono stati fatti notevoli passi in avanti e quest’ approccio è stato “certificato” con la pubblicazione di un aggiornamento delle linee guida dell’OMS, che ha introdotto la cosiddetta “Option B+”, per la quale la gravidanza diventa l’unico criterio per decidere l’inizio della terapia con antiretrovirali per le donne, indipendentemente dal loro stato clinico e immunologico.
In occasione di questo grande evento di sanità mondiale, per il secondo anno consecutivo, il programma DREAM ha organizzato un side-event dal titolo “DREAM: Achieving Results in HIV Positive Patients in Sub-Saharan Africa”.
Oggi il problema è come fare per fidelizzare i pazienti a programmi di cura che durino tutta la vita. Programmi di intervento come DREAM hanno dimostrato che un approccio di successo non si basa solo sulla somministrazione di terapie, ma soprattutto sulla costruzione di un modello di assistenza completa. Questo richiede un forte approccio comunitario e la presenza di capitale sociale di elevata qualità. E’ un obiettivo ambizioso che richiederà un grande coinvolgimento e rafforzamento del rapporto tra i donatori, la società civile e gli attori internazionali come DREAM.
Al side-event hanno partecipato rappresentati di 13 Paesi, di Organizzazioni Internazionali e di ONG. La sessione ha visto gli interventi del Direttore Scientifico del Programma DREAM, del Direttore Esecutivo del Global Fund e del Direttore del Dipartimento HIV/AIDS dell’OMS. Si è sottolineata l’importanza di questa fase storica in cui si realizza la possibilità di eradicare l’infezione da HIV da specifici sottogruppi a rischio: i neonati, le donne in gravidanza, il mondo della prostituzione. La discussione si è focalizzata su come un modello globale possa essere applicato in modo efficiente ed efficace in diversi contesti dei sistemi sanitari in Africa sub-sahariana. Gratuità, accesso alla terapia, sostegno di comunità, diagnosi precoce nei bambini, supporto delle tecnologie informatiche, sono alcune delle parole chiave emerse nella discussione. Gli intervenuti hanno sottolineato il valore di DREAM e dei successi raggiunti che vanno ben oltre il buon funzionamento dei centri di cura ed assumono il significato di un dono alla lotta contro l’AIDS nel mondo.
La Comunità di Sant’Egidio, con il programma DREAM, è convinta e lo sta dimostrando, che tramite un modello africano di lotta all’HIV/AIDS, sia possibile ottenere risultati decisivi in un tempo ragionevole. E’ il messaggio che DREAM ha voluto diffondere da Ginevra, incoraggiando gli sforzi della comunità internazionale: raggiungere la fine dell’epidemia è possibile.