HomeDREAML’importanza della prevenzione e della cura per Sonia e Laura, pazienti del centro DREAM di Beira, in Mozambico
04
Lug
2022
04 - Lug - 2022


Sonia e Laura (nome di fantasia) sono due donne di 20 e 25 anni pazienti del centro DREAM di Beira, in Mozambico che ci raccontano il loro percorso sanitario fatto con il Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio.


Sonia ha l’HIV e per combattere questa malattia le medicine non bastano, la terapia è fondamentale e la sensibilizzazione è essenziale per abbattere i tabù, prevenire e curare la malattia.
Inoltre, secondo l’OMS, due terzi dei sieropositivi nel mondo (25,7 milioni) vive in Africa. L’80% dei quali, tra 15 e 19 anni, sono donne.

Ciao Sonia, da quanto tempo frequenti il centro DREAM di Beira?

Ho iniziato a frequentare il centro nel 2014 quando, incinta della mia prima figlia ho scoperto di avere l’HIV, da allora sono stata sempre ben assistita. Il personale sanitario DREAM mi ha subito iscritta al programma di prevenzione della trasmissione verticale (PMTCT).

Ora sono incinta del mio secondo figlio e sto svolgendo qui anche la mia seconda gravidanza. Grazie al trattamento, alla cura e al rapporto di amicizia che ho sviluppato con i collaboratori del Programma DREAM riesco a tenere il mio stato di salute sotto controllo.

Come sta andando questa seconda gravidanza?

La gravidanza sta procedendo bene ma, dovrò continuare a prendere regolarmente le pillole e tenere tutto sotto controllo.

Cosa ti senti di consigliare alle donne in gravidanza e HIV positive?

Alle persone che aspettano un bambino, solitamente, parlo di venire qui al centro per monitorare il loro stato di salute e aprire una personale cartella clinica. Perché, come consigliano al centro DREAM, bisogna sempre monitorare lo stato di salute e, se sospettate che qualcosa non sta andando bene allora bisogna iniziare a fare il trattamento in modo che anche il bambino nasca sano e non abbia problemi.
Inoltre, quando si rimane incinta e si hanno dei problemi non sapete se anche il bambino nascerà sano, quindi si deve fare presto e sottoporsi a dei controlli.

Voglio ringraziare DREAM perché, in questa zona particolarmente difficile del Mozambico, ci ha aiutato molto, le persone malate prima non erano curate, ora stanno bene e prendono le pillole regolarmente. Tutto questo lo possono fare in maniera gratuita.

 

Laura, invece, è una paziente del centro venuta all’appuntamento per lo screening per la prevenzione del tumore della cervice uterina.
Grazie a questo servizio offerto dal Programma DREAM, si aiutano molte donne a prevenire e, nel caso, a curare adeguatamente uno dei tumori più diffusi in Mozambico.

Nel paese, quello alla cervice è tra i tumori più frequenti e rappresenta più di 1/4 di tutti quelli diagnosticati nelle donne. Si tratta del tumore con il maggior tasso di mortalità anche dovuto alla preoccupante diffusione dell’HIV nel paese. È un problema che colpisce tutte le donne in età fertile, senza distinzioni tra aree rurali e aree urbane.

Ciao Laura, cosa ne pensi del servizio gratuito di screening per il tumore al collo dell’utero del centro DREAM di Beira?

Buongiorno, questo servizio è ottimo, sta aiutando molte donne, inoltre, per me questo è il secondo screening a cui mi sottopongo. Fortunatamente, la prima volta è risultato negativo e mi sono sentita molto felice. Spero che anche oggi vada bene.

Ti senti di consigliare questo servizio?

Si, approfitto per consigliare alle donne di fare questo test, è bene non aspettare troppo tempo perché, purtroppo poi potrebbe essere troppo tardi, venite presto!

Grazie Sonia e a Laura per queste brevi, ma significative, testimonianze.

Ringraziamo, inoltre, anche lo staff e il progetto “DREAM: protezione per la popolazione vulnerabile di Beira– sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, perchè grazie al loro supporto, il Programma DREAM riesce a rispondere gratuitamente al bisogno della popolazione più fragile della città di Beira che, a causa di diversi eventi climatici, ha visto ridursi ancora di più la possibilità di avere accesso a servizi sanitari, specialmente tra donne in gravidanza, orfani e persone con HIV.

Il servizio sanitario nazionale, già insufficiente a causa della mancanza strutturale di tecnologie e competenze, è stato ulteriormente danneggiato nel 2019 dal Ciclone IDAI e, dopo gli aiuti dei primi mesi e la grande solidarietà internazionale, la ricostruzione va a rilento.

Oltre a questa già complessa situazione, la realtà africana a fronte della pandemia da COVID-19 sta avendo ulteriori difficoltà nel rispondere alle esigenze sanitarie del paese.

 

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