HomeDREAMGiornata mondiale dell’HIV, Sant’Egidio: il Programma DREAM da 20 anni in Africa per combattere le disuguaglianze
01
Dic
2022
01 - Dic - 2022


20 anni fa DREAM Sant’Egidio apriva il suo primo centro di salute per combattere l’HIV/AIDS in Mozambico, oggi con 50 cliniche aperte in 10 paesi africani continua la sua lotta contro questa malattia e non solo


Alla fine degli anni ‘90, nel sud del mondo, si moriva con l’AIDS, in pochi mesi per la totale assenza di cure. In Africa i bambini sieropositivi erano migliaia e così gli orfani di genitori morti per AIDS.

Un gruppo di medici-ricercatori della Comunità di Sant’Egidio, partendo dall’evidente fallimento delle scelte sanitarie fin lì fatte, ipotizzò con chiarezza che la prevenzione andasse unita alla terapia, come suo naturale complemento per la riduzione dell’infezione. Da questa convinzione con solide basi scientifiche è cominciata un’opera di advocacy presso il Governo del Mozambico, dove il Programma DREAM ha mosso i primi passi, perché rendesse legale l’uso della terapia nel paese e permettesse l’importazione dei farmaci antiretrovirali, utilizzati nel mondo occidentale.

Standard di cure tra chi viveva nei paesi ricchi e chi nel sud del mondo, il Programma DREAM aprì il primo centro di cura per HIV positivi in Mozambico. 

Oggi DREAM gestisce 50 cliniche in 10 Paesi africani e, può contare più di 500.000 sieropositivi all’HIV in cura nel Programma e 150.000 bambini nati senza il virus da madri sieropositive grazie al trattamento PMTCT (prevenzione della trasmissione da madre a figlio).

Fondamento del Programma è la gratuità: tutti possono accedere perché le cure, le procedure assistenziali e la diagnostica sono completamente gratuite. La gratuità si impone per un motivo d’equità e di giustizia, ma è anche il segreto dell’elevatissimo grado di aderenza, oggi ritenuta la vera discriminante per il successo delle cure.

Quest’anno, in occasione della Giornata mondiale dell’AIDS, il 1° dicembre, UNAIDS sollecita tutti ad affrontare le disuguaglianze che frenano i progressi nella lotta all’AIDS.

I dati UNAIDS sulla risposta globale all’HIV rivelano che negli ultimi due anni di COVID-19 e delle altre crisi globali, i progressi contro la pandemia di HIV hanno vacillato, le risorse si sono ridotte e di conseguenza milioni di vite sono oggi a rischio.

A quattro decenni dall‘inizio della pandemia da HIV, persistono ancora disuguaglianze per quanto riguarda i servizi più basilari come test, trattamento, e ancor più per le nuove tecnologie.

Mancano solo otto anni all’obiettivo del 2030 di porre fine all’AIDS come minaccia per la salute globale. La fine dell’AIDS può essere raggiunta solo se affrontiamo le disuguaglianze che ne sono alla base.

“Da vent’anni la nostra azione è in continua crescita, oggi DREAM è un modello di contrasto non solo all’HIV/AIDS, ma anche ad altre malattie infettive e patologie croniche che si stanno diffondendo sempre più nei paesi del sud del mondo. Per combattere questa battaglia non bastano i farmaci ma c’è bisogno soprattutto di formazione, sostegno economico e di una grande sinergia tra tutti gli attori sul campo”. Così Paola Germano, direttrice del Programma DREAM.

Insieme possiamo continuare a fare la differenza.

 

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