HomeDREAML’istruzione delle donne africane: questione di genere e motore dello sviluppo
17
Gen
2014
17 - Gen - 2014



Sì è svolta a Roma la IV Conferenza sul tema del diritto all’istruzione delle donne e delle bambine, promossa dalla Fondazione Rita Levi Montalcini, ad un anno dalla scomparsa della grande neurologa e senatrice italiana.

La conferenza, intitolata “L’istruzione delle donne africane: questione di genere e motore dello sviluppo”,  promossa in collaborazione con la Cooperazione Italiana allo Sviluppo, ha voluto sottolineare l’importanza della formazione ed istruzione delle donne nei paesi emergenti come punto chiave per promuoverne i diritti e il ruolo nella società e, conseguentemente, il contributo allo sviluppo della comunità di appartenenza.

La Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus è nata nel luglio del 1992 con lo scopo di favorire l’orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni. Suo motto è infatti: “Il futuro ai giovani”.

I lavori della Fondazione si sono subito concentrati verso il sud del mondo, e particolarmente verso il continente africano, individuando come un’importante problematica il mancato accesso all’istruzione della quasi totalità delle persone appartenenti al sesso femminile.

Per questo, scopo della Fondazione è di venire in aiuto alle giovani donne dei paesi dell’Africa nel sostegno all’istruzione a tutti i livelli.  “Le finalità della Fondazione, mediante l’assegnazione di borse di studio nelle più critiche situazioni africane, possono innescare meccanismi di trasformazione radicali, vantaggiosi a livello mondiale”, è quanto dichiarava la Prof.ssa Rita Levi-Montalcini.

La Conferenza ha visto la partecipazione di vari attori della cooperazione internazionale.

Accanto al Ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge, al Vice Ministro degli Affari Esteri, Marta Dassù e al Presidente della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, Biancamaria Bosco Tedeschini Lalli, si sono seduti infatti vari testimoni provenienti da diversi paesi africani, in particolare da Etiopia, Somalia e Mozambico.

Tutti gli interventi hanno testimoniato come siamo ancora lontani dall’uguaglianza di genere in Africa, sottolineando tuttavia come il ruolo della donna nel continente africano sia così importante da poter fare la differenza: se alla donna africana sarà dato accesso all’istruzione e alla formazione, vedremo grandi cambiamenti nella famiglia e anche nell’intera società africana.
Significative le testimonianze delle donne intervenute alla conferenza, testimoni dirette di questo cambiamento. È l’esempio di Asha Omar Aden, ginecologa in Somalia, che dopo aver studiato in Italia grazie ad una borsa di studio, lavora oggi nel suo paese per contrastare la mutilazione genitale femminile, di cui il 98% delle giovani somale sono oggi vittime.

Vive invece in Mozambico Cacilda Isabel Massango, oggi responsabile del settore sociale del Programma DREAM nel suo Paese. Cacilda ha avuto la possibilità di accedere all’istruzione scolastica perché nel 2006, quando già lavorava attivamente per il Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio, le è stata offerta l’occasione di frequentare un Corso Superiore all’università di Maputo. “Ho fatto i salti di gioia!” racconta Cacilda, oggi Dottore in Filosofia, con specializzazione in “Risorse Umane ed Etica”, con una tesi dal titolo "La dignità della persona umana in Kant".  Nel suo intervento ha voluto portare l’attenzione sulla condizione sociale drammatica in cui vivono migliaia di donne africane, molte delle quali incontrate tutti i giorni attraverso il Programma DREAM per la cura dell’AIDS. “Sono donne escluse dal futuro per varie ingiustizie sociali conseguenti all'HIV, donne condotte all'abbandono, donne che perdono  la loro casa e la loro famiglia perchè sono accusate di aver portato l'AIDS, perchè sono incolpate della morte del marito o del proprio figlio, donne maltrattate perchè non accettano le decisioni sbagliate dei propri mariti, donne sottomesse e senza nessun potere di decisione in famiglia infine, sono donne annegate nel dramma della violenza domestica.

Molte di queste ingiustizie potrebbero essere evitate se queste donne avessero accesso ad un'educazione e a un'istruzione scolastica adeguata.

Infatti, a partire da lì, queste donne potrebbero imparare a difendere loro stesse, i loro figli, i loro beni, promuovendo la propria dignità e il rispetto di sé”.

Cacilda Isabel Massango ha poi sottolineato l’importante contributo dato dalla Fondazione Rita Levi Montalcini, che ha permesso di effettuare corsi di alfabetizzazione e formazione sanitaria per 500 donne in Malawi, Mozambico e Guinea.

I lavori si sono conclusi con l’intervento della Vice Ministra Dassù che ha affermato come l’Africa tornerà ad essere al centro dell’agenda geopolitica dell’Italia, anche in vista dell’Expo 2015 in cui ci sarà un’area speciale dedicata alle donne.

 

RAI NEWS24 – Servizio di Antonella Cristiani

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