Il Malawi si trova nella parte sud-orientale dell’Africa Sub Sahariana, tra lo Zambia, la Tanzania e il Mozambico. Secondo le statistiche dello United Nations Development Programme è uno dei paesi più poveri al mondo, con un indice di sviluppo umano che lo pone 172° su 188 paesi (UNDP, 2019).

 

Nonostante il 65% degli abitanti del Malawi abbia meno di 25 anni, il paese è 205mo per aspettativa di vita (63 anni), ponendosi a sole 23 posizioni dall’Afghanistan, 220mo e ultimo (52 anni). Pesano, infatti, la bassa scolarizzazione, la povertà generalizzata e la mancata disponibilità di infrastrutture. Gran parte della popolazione vive per lo più nelle aree rurali (l’84% degli abitanti), dove non è raggiunta dai servizi sanitari. Anche nelle aree urbane gli ospedali non sono comunque in grado di far fronte alle esigenze dei pazienti, per via della veloce urbanizzazione avvenuta durante gli ultimi anni.

Attualmente la media di medici ogni mille abitanti è di 0,02, quando gli standard dell’OMS richiedono che vi siano almeno 2,3 dottori ogni 1000 persone. Il Sistema sanitario Malawiano è quindi incapace di sostenere le numerose epidemie e malattie che la popolazione si trova ad affrontare.

Le maggiori cause di morte in Malawi sono la malaria, le infezioni respiratorie acute e l’HIV/AIDS. Con almeno un milione di persone – di cui più della metà sono donne sopra i 15 anni e circa 74.000 bambini sono tra 0 e 14 anni (UNAIDS) – il paese è uno dei più colpiti al mondo dall’epidemia. Inoltre, le statistiche dimostrano come vi sia una stretta connessione tra tubercolosi e l’AIDS (Global TB report, 2015): sembra infatti che circa il 53% delle persone con HIV presenti anche la tubercolosi. Tale malattia ha un impatto medico significativo sulle persone affette da AIDS, specialmente nei paesi a risorse limitate. Inoltre, anche la prima causa di cancro nelle donne malawiane, provocato dall’infezione da HPV, è strettamente connessa a quella da HIV.

Le ultime stime riguardo l’epidemia di HIV mostrano un quadro di miglioramento nell’ambito dell’offerta dei servizi, soprattutto nella prevenzione della trasmissione del virus da madre a figlio. L’ampio screening della popolazione, però, non corrisponde ad un abbassamento complessivo della carica virale, dovuta al fatto che ci sono livelli di retention al programma di cura, non adeguati a far sì che si riducano le possibilità di ulteriore diffusione dell’HIV.

 

DREAM in MALAWI

La Comunità di Sant’Egidio ha iniziato a lavorare in Malawi nel 2005, con l’obiettivo di portare nel Paese l’esperienza acquisita in Mozambico e di applicare il modello di assistenza del programma sanitario DREAM. Attualmente in Malawi ci sono 13 centri di salute per le persone affette da HIV/AIDS. La Comunità di Sant’Egidio gestisce, inoltre, anche tre laboratori di analisi di biologia molecolare a Blantyre, Dowa e Balaka. La qualità del modello e la grande attenzione alle risorse umane specializzate ha portato a una stretta collaborazione con le autorità sanitarie nazionali.

Il programma DREAM in Malawi fornisce assistenza gratuita a tutte le persone con HIV/AIDS e offre servizi specifici di consulenza, visite mediche, monitoraggio diagnostico e sostegno alimentare e sociale con l’obiettivo di migliorare i tassi di adesione e di retention in care al trattamento. Sant’Egidio ha maturato anche una grande esperienza nell’ambito della Telemedicina, che permette, tramite specifici software e rapporti medici digitalizzati, di ricevere pareri da medici e specialisti in collegamento diretto dall’Europa.

DREAM è inoltre sensibile al rispetto dell’ambiente africano. I centri di salute sono alimentati totalmente con pannelli solari che consentono piena autonomia energetica alle strutture in cui si svolgono le attività sanitarie.

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